Brutte notizie per il ministro dell’Interno. Le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale non stanno applicando la sua circolare del 4 luglio scorso, attraverso la quale egli imponeva la velocizzazione delle pratiche e l’interpretazione restrittiva dei requisiti per il riconoscimento della tutela umanitaria. Come una profezia che si autoavvera, la circolare, se applicata, fornirebbe al ministro i numeri su cui fondare ciò che lui sostiene da anni: coloro che sbarcano in Italia sono “falsi rifugiati”, guardate i dati delle Commissioni!

Si tratta di instaurare – tramite la “circolare” – un rapporto continuo tra predizione ed evento, che in questo momento è di particolare importanza per il ministro, perché gli consentirebbe di smentire coloro che lo accusano di fare propaganda sguaiata e razzista. Dunque, affinché l’intera operazione funzioni, le Commissioni territoriali devono obbedire ai suoi ordini, e in fretta.

Eppure, ciò non sta accadendo. A informarci di ciò è un’altra circolare (è così che si fanno le politiche migratorie in Italia, con le circolari), quella del prefetto Sandra Sarti, presidente della Commissione nazionale per il diritto d’asilo.

Il presidente della Commissione nazionale, secondo l’art. 5 comma 1 D.Lgs. n. 286/98, ha soltanto “compiti di indirizzo e coordinamento delle Commissioni territoriali, di formazione e aggiornamento dei componenti delle medesime Commissioni” e non di condizionamento o limitazione della loro “indipendenza di giudizio e di valutazione”, che è garantita dall’art. 4, comma 3, D. Lgs. n. 25/08. Ciononostante, il prefetto Sarti, dovendo fare una scelta tra l’obbedienza agli ordini del governo e il rispetto dell’ordinamento, ha scelto l’obbedienza: ha imposto, infatti, a tutte le Commissioni territoriali, tramite la sua circolare del 16 luglio scorso, la “modifica del trend”: “Vi invito a tenere presenti affinché dalla prossima settimana il trend degli stessi (ndr. il dato sui riconoscimenti della tutela umanitaria e dei casi “pendenti”) subisca la necessaria, improrogabile e doverosa modifica”.

La circolare del prefetto è molto grave, come ha ribadito anche l’Asgi chiedendo le sue dimissioni con effetto immediato, perché viola apertamente la Costituzione (artt. 2, 3 e 10), le norme delle leggi nazionali (art. 5, comma 6 D. Lgs. n. 286/98) e anche quelle europee.

Tuttavia, si può dire che abbia tre grandi meriti:

1. esplicita in maniera chiara il senso e l’obiettivo della circolare del ministro, cioè quello di ridurre in fretta il numero degli stranieri con protezione umanitaria;

2. spiega come funziona la catena degli ordini impartiti tramite circolari, facendo emergere la sostanza del potere dell’amministrazione nell’applicazione dei diritti degli immigrati e, di conseguenza, la “forza” delle circolari;

3. ci fa sapere che i membri delle Commissioni territoriali stanno – finora – opponendo resistenza agli ordini illegittimi dei loro superiori.

A dire il vero, dalle decisioni delle Commissioni territoriali, negli anni scorsi, non è mai emerso un orientamento “generoso” o “permissivo”; esattamente il contrario di quanto sostiene l’attuale governo, visto che l’autorità giudiziaria accoglieva almeno il 70% dei ricorsi avverso i dinieghi delle decisioni delle Commissioni. Ma a depotenziare il “fastidioso” intervento dei giudici ci ha già pensato la legge che porta i nomi dei ministri del precedente governo: Minniti e Orlando. In questa prospettiva, l’obiettivo dell’attuale governo è quello di completare il lavoro già iniziato dai suoi predecessori.

Presto capiremo se a “dettare legge” è la legge o le circolari. A restare stritolati in mezzo saranno i diritti e le vite dei richiedenti asilo.

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