Roberto Speranza è stato eletto all’unanimità coordinatore nazionale dall’assemblea politico programmatica di Articolo Uno-Mdp. E, per ora è soltanto un segnale, ma il fatto che Pier Luigi Bersani lanci l’hashtag #perl’alternativa, lo stesso inaugurato dal segretario del Pd Maurizio Martina nell’assemblea del 14 luglio che l’ha incoronato segretario, potrebbe far ben sperare i nostalgici del vecchio centrosinistra. Di certo, come ha annunciato lo stesso Speranza davanti ai 500 delegati, alle Europee si correrà sotto il simbolo di Liberi e Uguali.

L’idea uscita dall’assemblea, è però quella di creare una “piattaforma per l’alternativa” con tutte le forze di sinistra radicale, riformista e “anche i sedicenti di sinistra” per usare le parole di Bersani, rivolte in maniera poco velata al suo ex partito. Gli scopi della nuova formazione politica li chiarisce proprio Speranza: “Costruire l’alternativa e spezzare le destre“. Perché Articolo 1-Mdp “non si arrende” all’idea di un’Italia irrecuperabile, “soggetta” a Salvini e a Di Maio.

E il primo passo da compiere è far nascere un nuovo partito “della sinistra e del lavoro” che per il momento potrà coincidere con Liberi e Uguali e che non dovrà fermarsi a un partito di nicchia o a una forza minoritaria nel Paese. Per questo occorre andare avanti con il percorso costituente avviato il 26 maggio. Dopo l’estate comincerà la ‘fase democratica’ di LeU: una testa, un voto. Speranza vuole chiudere quella “stagione pattizia” che non ha prodotto risultati e critica l’idea del ‘comitato nazionale’ promosso da tutto il gruppo dirigente, Pietro Grasso in primis.

Come dice Bersani, ricevendo in risposta un grande applauso dalla platea, “chi è stato capitano ora può fare il mozzo, stando sulla barca”. Secondo l’idea di Articolo Uno-Mdp è il tempo della democrazia dal basso, attraverso nuove proposte e nuove personalità. Intanto arriveranno le elezioni europee e, lì, Leu vorrà correre con il proprio simbolo. Al Pd, dall’assemblea di Mdp-Articolo1 arriva una mano tesa ma nemmeno una porta sbattuta in faccia. Come sottolinea Cecilia Guerra, LeU non intende vivere nell’attesa dell’iniziativa di “questa o quella corrente del Pd, attesa che sembra sempre più un aspettando Godot”.

Bersani invece, pur dicendo ‘no’ ad accrocchi e ammucchiate, chiarisce che nessuno è escluso dalla ‘piattaforma per l’alternativa’ all’egemonia politica e culturale della destra. Ma, dopo lo strappo nella primavera dello scorso anno, al Pd lancia un monito: “Non pensi di potersi fare federatore senza una visibile e dolorosa fase di ripensamento. Non è questione di quella o quell’altra persona, bisogna dirsi cos’è successo e farci i conti. Altrimenti si perde tempo”. Senza una proposta nuova, avverte l’ex storico segretario Dem, resta solo la “resistenza, che è un altro film”.

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