“Sono amichevolmente arrabbiato con Maurizio Martina, perché lui e altri del Pd, che hanno fatto un eccellente lavoro negli anni passati, non sono stati assolutamente capaci di raccontarlo al Paese”. Così a In Onda (La7) l’ex magistrato ed ex senatore del Pd, Gianrico Carofiglio, rivolge il suo monito al segretario reggente dem, Maurizio Martina, di cui sottolinea: “Lui, probabilmente più di ogni altro, ha il merito di aver fatto accadere Expo 2015, che è stato un grande successo. Ma se andate a chiederlo in giro, non lo sa nessuno. Allora, caro Maurizio, è colpa tua, se non hai detto questa cosa. Tu e noi abbiamo oggi questo problema: avere una classe dirigente che ha fatto più cose buone che cattive, ma non è stata capace di far cogliere quelle buone, perché è stata travolta da una micidiale e spietata propaganda populista, nel senso peggiore del termine, che ha fatto vedere solo gli errori del Pd”. Poi puntualizza: “Il voto del 4 marzo va rispettato, ma il M5s, che ha indubbiamente vinto le elezioni, ha preso il 23% dei voti degli aventi diritto. Chi governa oggi non ha la maggioranza dei voti degli italiani. Ci sono grandi masse di cittadini che, per le più varie ragioni, non sono state raggiunte da un convincente messaggio politico e alle quali bisogna parlare dicendo con efficacia la verità. In questo Paese ci siamo trovati di fronte a gente che diceva e dice molto bene le bugie. Qualcuno adesso fa anche il ministro della propaganda (Matteo Salvini, ndr), occupando un ministero che ha sostituito quello dell’Interno. E c’è gente che dice piuttosto male la verità. Martina è indubbiamente più a sinistra di Renzi, e questo è un bene. E secondo me Martina dovrebbe dire questo in modo diretto”. Martina, dal suo canto, difende il Jobs Act e attacca duramente il decreto di dignità, evidenziandone quelle che per lui sono eccessive semplificazioni. Gli fa eco Carofiglio: “Semplificazione è una espressione benevola, questa invece è una banalizzazione anche piuttosto triviale. Ed è stata fatta in vista delle prossime elezioni, che ci saranno purtroppo molto presto. Si tratta di uno sciagurato decreto, che suggerirei di non chiamare ‘di dignità’, perché bisogna evitare la trappola linguistica che questi propagandisti di professione hanno realizzato”. Uno dei conduttori, Luca Telese, obietta che anche altri governi facevano propaganda. Lo scrittore risponde: “Infatti io ho sempre severamente criticato la propaganda che, per esempio, il governo Renzi faceva con un uso altrettanto semplificatorio di nomi come Buona Scuola o altro. Ma una parola come ‘dignità’, che è importante e ricca di significati fondamentali, non dovrebbe essere buttata in questo modo francamente un po’ volgare sulla piazza della propaganda politica”. E chiosa: “Il vero programma del centrosinistra, secondo me, si riassume in un proverbio pellerossa: noi non abbiamo ereditato il mondo dei nostri padri, ma lo abbiamo ricevuto in prestito dai nostri figli”.

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