C’è una denuncia per abusi, correlata da filmini e foto hard, contro padre Antonio Zanotti, fondatore della comunità di accoglienza Oasi 7. La vittima sarebbe un ragazzo straniero, ora trasferito in un luogo protetto, che accusa il frate cappuccino di averlo costretto a farlo diventare il suo amante. “Un’esperienza terribile per cui ho anche tentato di togliermi la vita”, ha scritto nella sua testimonianza come riporta il Corriere della Sera che ha anticipato la notizia. Il racconto del ragazzo, assistito dall’avvocatessa Laura Sgrò che chiede “misure cautelari urgenti” nei confronti di Zanotti, è stato già depositato ai vertici della Santa Sede e alla magistratura. E non sarebbe l’unico: altri due giovani – assistiti dallo studio Bernardini De Pace – sono pronti a denunciare comportamenti simili.

Il giovane ha anche spiegato di essere stato minacciato e picchiato quando aveva deciso di scappare dalla comunità, che ha diverse sedi in Lombardia. Arrivato in Italia a 6 anni, poco dopo finisce in collegio e nel 2014 entra nell’Oasi 7, dove “notai – riporta il Corriere – l’eccessivo lusso nel quale era abituato a vivere padre Zanotti, molto lontano dai costumi francescani”. Per circa un anno, dice il ragazzo, “svolsi attività lavorativa in cambio di solo vitto e alloggio, nonostante padre Zanotti mi avesse promesso una assunzione regolare in tempi brevi presso la cooperativa “Rinnovamento” di Antegnate in provincia di Bergamo”.

Contestualmente, “il frate cominciò ad approcciarmi sessualmente, prima con abbracci, poi dopo avermi invitato a bere nella sua stanza”: “Nonostante non fosse mio desiderio avere rapporti sessuali con il frate, non riuscivo a oppormi – dice – Padre Zanotti cominciò a farmi dei regali costosi, qualunque cosa chiedessi me la acquistava. Se accondiscendevo alle sue richieste, mi faceva trovare dei soldi”.

Una situazione che spinse il ragazzo ad allontanarsi dalla comunità: “Me ne andai senza niente e senza un soldo e vissi senza un tetto sulla testa per qualche tempo. Quasi un anno dopo, rassicurato da padre Zanotti che le cose sarebbero cambiate e che avrei avuto un alloggio tutto mio dove poter vivere tranquillo insieme a uno stipendio vero, decisi di tornare – si legge nella denuncia – In effetti, come mi era stato promesso, ebbi assegnato un alloggio che contribuii a rifinire con le mie prestazioni lavorative, ma fu l’inizio della fine. Padre Zanotti divenne ancora più possessivo e geloso nei miei confronti”.

Ecco quindi nel racconto del ragazzo il dettaglio delle avances: “Mi costrinse a prendere del Viagra. Mi diceva sempre: ‘Ci vogliono i soldi, caro mio, io ne ho tanti e tu non hai niente’. Il degrado umano nel quale mi aveva gettato padre Zanotti fu tale che nel marzo del 2018 fui costretto, per non impazzire, ad andare a lavorare fuori dalla struttura. Due mesi fa, a causa degli ultimi gravi abusi subiti, sempre nelle stesse modalità delle minacce miste a lusinghe e ricatti, trovai la forza di andarmene definitivamente, preferendo vivere per strada piuttosto che vivere l’annullamento della mia persona. A seguito di ciò sono stato aggredito, picchiato e minacciato”.

Le violenze fisiche, stando al racconto del giovane, si sarebbero consumate nella stazione di Bergamo, dove “due albanesi che conoscevo, perché residenti nella comunità di padre Zanotti, mi hanno circondato e riempito di pugni e schiaffi, lasciandomi a terra sanguinante, non prima di avermi detto: ‘Non tornare più là dentro e vedi di stare molto lontano da qui'”.

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