Sembra sia stata una delle più lunghe semifinali della storia del tennis recente. Dopo una maratona di 6 ore e 35 minuti, che ha entusiasmato, e in alcuni casi annoiato, il popolo dei social, e dopo 87 anni Brian Norton un tennista  sudafricano ritrova la finale di Wimbledon. Il merito è di Kevin Anderson, numero 9 Atp e ottavo favorito del seeding che, dopo aver eliminato nei quarti il campione in carica Roger Federer, salvando pure un match point, esce trionfatore  contro lo statunitense John Isner, numero 10 del ranking e nona testa di serie, la più lunga nella storia del torneo: 76(6) 67(5) 67(9) 64 26-24 il punteggio di una sfida che entrerà negli annali, con le sue 6 ore e 35 minuti in assoluto il secondo match come durata all’All England Club dopo le 11 ore e 5 minuti dello storico 70-68 con cui lo stesso Isner superò Nicolas Mahut al primo turno dell’edizione 2010.

Si tratta della seconda finale in un Major per il 32enne di Johannesburg, dopo quella raggiunta nel settembre scorso agli US Open. Anderson troverà dall’altra parte della rete il vincente della semifinale ‘nobile’ (in campo complessivamente 29 titoli Slam) che vede protagonisti Novak Djokovic, numero 21 del ranking Atp e 12esima testa di serie (12 Major in bacheca), e Rafa Nadal, numero 1 del mondo e secondo favorito del tabellone, che con l’undicesimo trionfo consecutivo al Roland Garros ha portato a 17 il bottino di trofei Slam: i due campioni si incrociano nel tour per la 52esima volta, la rivalità più grande nell’Era Open.

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