Ieri lo ha anticipato, stamattina lo ha confermato su Twitter, ora lo ha ufficializzato: o gli alleati europei aumentano immediatamente i loro sforzi economici per le spese militari oppure Donald Trump farà uscire gli Stati Uniti dalla Nato. Una posizione che ha provocato i primi effetti, ovvero una riunione straordinaria ristretta del Consiglio atlantico a cui hanno partecipato i capi di Stato e di governo dei Paesi Nato sulle spese per la difesa. Trump, dal canto suo, ha convocato una conferenza stampa a sorpresa. Qui il colpo di scena: sottolineando che i Paesi attaccati hanno assicurato un aumento di spesa di 33 miliardi di dollari, ha rassicurato tutti dicendo che non è “più necessario lasciare la Nato“. Cambiare idea ancora? “No, sono molto coerente, sono un genio molto stabile”. Minaccia rientrata, quindi? Per il presidente francese Emmanuel Macron le cose sono andate diversamente

MACRON, CONTE E STOLTENBERG SMENTISCONO TRUMP – “Trump non ha mai minacciato in nessun momento, né in pubblico né in privato, di ritirarsi dalla Nato“. Di più. Il presidente francese ha anche smentito che i 33 miliardi di cui ha parlato Trump siano una sorta di conquista personale del tycoon: “La cifra evocata corrisponde all’aumento di spesa che è già parte della strategia per centrare il target del 2% del Pil” ha detto Macron, sottolineando che “tutti si sono impegnati sulla traiettoria” già concordata. “Trump ha riaffermato il suo impegno nella Nato e penso che sia una buona cosa” ha proseguito Macron. Più tardi è arrivata anche la conferma del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: “Le cifre che ha menzionato il presidente Trump sono i soldi già preventivati” per spese per la difesa effettuate dagli alleati Nato “da quanto Trump è presidente” a oggi, in base alla strategia decisa nel 2014 per raggiungere l’obiettivo del 2%. Si tratta di “41 miliardi di dollari extra in prezzi costanti”. Nessuna minaccia di uscita dalla Nato anche secondo il premier italiano Giuseppe Conte: “Le mie orecchie non hanno ascoltato Trump minacciare l’uscita dalla Nato. Se poi ha fatto dichiarazioni a latere non lo so…”. Il capo del governo italiano, però, ha sottolineato che il problema posto da Trump esiste: “Nel momento in cui gli Usa dicono che loro contribuiscono alle spese in modo eccessivamente gravoso rispetto agli altri altri Paesi è la realtà – ha detto Conte – Non possiamo dire che il problema non esiste, anche perché la Nato ha conosciuto un’evoluzione nel corso del tempo”.

COSA VUOLE TRUMP – Il presidente Usa ha ratificato l’aut aut durante il suo intervento alla sessione di lavoro dedicato ai rapporti tra Nato e Ucraina: il tycoon è tornato ad attaccare la Germania e si è anche rivolto agli altri paesi con toni ancora più duri di quelli utilizzati ieri. Nella fattispecie, riferiscono le agenzie di stampa, rivolgendosi agli alleati Trump ha detto loro di aspettarsi che aumentino “immediatamente” la loro spesa militare al 2% del Pil, dopo che ieri ha parlato di aumentare quella percentuale al 4%. La prima reazione ufficiale alle parole di Trump sono arrivate da Angela Merkel: “Le questioni del commercio e quelle di sicurezza e difesa devono essere separate” ha detto la Cancelliera tedesca rispondendo alle accuse alla Germania e agli europei.

DUE TWEET PRIMA DELLA MINACCIA UFFICIALE – A far prefigurare gli intenti bellicosi del presidente degli Stati Uniti sono stati, in mattinata, due nuovi tweet contro la Germania, l’Europa, le spese Nato e il nodo commercio: “I presidenti americani – ha scritto Trump – hanno provato per anni senza successo a far pagare di più la Germania e le altre nazioni ricche della Nato per la loro protezione dalla Russia” ma questi – ha aggiunto – “pagano solo una frazione del costo”, invece “gli Usa pagano decine di miliardi di dollari in eccesso per sussidiare l’Europa, e perdono un sacco sul commercio!”.


“Tutte le nazioni Nato devono rispettare il loro impegno del 2% e questo deve alla fine salire al 4%!” ha aggiunto Trump prima dell’inizio del secondo giorno di summit. Non è mancato un nuovo attacco alla Germania anche sul Nord Stream 2: “E per di più, la Germania ha appena iniziato a pagare la Russia, il Paese da cui vuole protezione, miliardi di dollari per i suoi bisogni energetici che derivano da un nuovo gasdotto dalla Russia. Non è accettabile!”. Su questo tema è intervenuto direttamente il Cremlino: “Il gasdotto Nord Stream 2 è un progetto ‘puramente commerciale’ e i partner stranieri potranno apprezzarne i benefici” ha ribadito il portavoce di Mosca, Dmitri Peskov, sottolineando che l’opera “non renderà la Germania dipendente dalla Russia” ma sarà “garante della sua stabilità”. Riguardo alle critiche di Trump, il Cremlino le considera come una dimostrazione di “competizione sleale” per “avvantaggiare il gas liquefatto Usa sui mercati europei”.

LA CONFERENZA STAMPA DI TRUMP –  I membri Nato si sono dimostrati “tutti d’accordo ad aumentare il loro contributo. Ci sarà un aumento quantificabile in 33 miliardi di dollari in più, con il contributo dei vari paesi senza tener conto degli Stati Uniti” ha detto il presidente Usa Donald Trump, in conferenza stampa da Bruxelles. Una novità che ha ammorbidito la posizione del tycoon, che di fatto ha ritirato la minaccia di uscire dalla Nato: “Potrei farlo, ma non lo farò perché non è più necessario dopo i 33 miliardi promessi” ha detto Trump. Che poi ha aggiunto: “Credo nella Nato. Tutti gli Stati membri hanno concordato di aumentare le spese per la difesa a livelli mai visti prima. La Nato – ha sottolineato – è molto più forte di ieri. Ai Paesi avevo fatto sapere che ero estremamente scontento delle spese della difesa, gli Usa – ha spiegato – pagano il 90% e non è giusto”. A chi gli ha chiesto se cambierà posizione sulla Nato, Trump ha risposto: “No, fanno così altre persone. Io sono molto coerente, sono un genio molto stabile”.

Trump infine ha snobbato le proteste contro di lui che si preparano a Londra, dove è atteso più tardi per la tappa britannica del suo tour europeo. “Nel Regno Unito io piaccio molto” ha detto a Bruxelles, citato dai media d’Oltremanica. “Io penso che siano d’accordo con me sull’immigrazione e che sia per questo c’è stata la Brexit” ha aggiunto. I migranti, appunto. “Ho detto oggi che l’Ue farebbe meglio a stare molto attenta – ha sottolineato Trump – L’immigrazione sta prendendo il sopravvento sull’Europa”. Non poteva mancare un passaggio su Putin. “Non è un nemico, forse un giorno sarà mio amico, non lo conosco abbastanza bene, è un concorrente” ha affermato il presidente Usa, precisando poi di “essere preoccupato sul gasdotto” Nord Stream 2. “Nell’incontro ad Helsinki parleremo di Siria ed Ucraina, del controllo delle armi e anche delle interferenze nelle elezioni, il vostro argomento preferito”, ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti.

LA RICHIESTA DI IERI: AUMENTARE SPESE MILITARI DAL 2 AL 4% DEL PIL – L’aumento delle spese militari dei Paesi Nato dal 2% al 4% del Pil è stata la richiesta made in Usa con cui si è aperto ieri il vertice Nato, con Trump che prima di presentare la richiesta ha attaccato la Merkel. A circa un mese dal G7 in Canada dove il tycoon aveva già marcato le divergenze con gli europei, questa volta l’affondo diretto di Trump è contro Berlino. “La Germania è prigioniera della Russia sull’energia e poi noi dovremmo proteggerla dalla Russia, ce lo spieghi”, ha detto il capo della Casa Bianca nel bilaterale con Jens Stoltenberg che ha aperto la giornata. Il segretario generale della Nato, da parte sua, ha avvertito che l’alleanza tra Usa e Europa “non è scritta nella pietra”.

Le accuse alla Germania non hanno intimidito la Merkel, che ha difeso “l’indipendenza nelle scelte” da parte di Berlino e ha ricordato di aver “sperimentato personalmente quando una parte della Germania era occupata dall’Unione Sovietica“. Le tensioni tra i due leader si sono riflesse qualche ora dopo anche nella passeggiata dei capi di Stato e di governo, con Merkel e Trump che si sono tenuti a debita distanza. Uno strappo, poi, apparentemente, ricucito nel pomeriggio nel bilaterale, quando il leader Usa ha parlato di un “grande incontro” con la cancelliera e di “una relazione molto, molto buona“. A difendere Berlino è poi arrivato il presidente francese Emmanuel Macron, dicendosi in disaccordo con le parole di Trump. Ma a conclusione della prima giornata di lavori, il tema cruciale dell’aumento delle spese per la difesa è riemerso in un tweet del tycoon che è tornato a chiedere di “portarle immediatamente al 2%”. Sullo sfondo resta l’obiettivo del 4% che Trump ha lanciato durante il vertice. Un obiettivo praticamente impossibile da realizzare per la maggior parte dei Paesi, considerato che entro quest’anno saranno solo 8 le nazioni che riusciranno a raggiungere il target del 2% che l’Alleanza si era prefissa al summit del 2014 (l’Italia, sebbene con un trend in crescita, è all’1,15%, gli Usa sono al 3,50). “Mi concentrerei su quanto abbiamo concordato, che è il 2% di Pil per le spese militari. Cominciamo con questo” ha tagliato corto Stoltenberg a fine giornata. “È vero che ci sono discussioni e disaccordi, ma quel che conta è la sostanza, stiamo dando risultati“.

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