A Piatto, 557 abitanti in provincia di Biella, la tradizionale festa del paese è saltata. A Inverno, in provincia di Pavia, la storica sagra della Madonna del Carmelo in programma a luglio quest’anno farà a meno di sbandieratori e majorettes. E nel Veneto la tradizionale kermesse “Lanterne a Serravalle”, per aggirare la normativa, non si farà più in piazza ma nei locali. La ragione è per tutti la stessa: la circolare Gabrielli sulle norme sulla sicurezza in vigore da maggio 2017, nonostante le revisioni apportate la scorsa estate, restano un ostacolo per i Comuni, soprattutto per i più piccoli che per ottemperare a tutte le richieste del ministero dell’Interno, devono spendere troppi soldi anche solo per la burocrazia. E, spiega il presidente dell’Anci Antonio Decaro, la successiva direttiva Morcone, che pure allarga le maglie della sicurezza sui piccoli eventi, non basta.

Così mentre il ministro Matteo Salvini è concentrato sulla questione migranti, i sindaci di tutt’Italia stanno bussando alla porta del Viminale per trovare una soluzione. Migliaia di processioni, fiere e sagre quest’estate rischiano di essere cancellate se il governo non interverrà.

L’allarme arriva dall’Anci Piemonte che si è fatta carico della preoccupazione dei suoi sindaci: “Non tutte le amministrazioni sono in grado di far fronte alle spese. Il Palio di Siena – spiega il presidente Alberto Avetta che è anche primo cittadino di Cossano Canavese – è costato 60mila euro in più. Così il carnevale di Ivrea che ha dovuto investire altri 40mila euro per la sicurezza. È evidente che non si può trattare la sagra del cavolo verza di Montalto Dora alla pari delle manifestazioni a Torino altrimenti la prima è destinata a scomparire”.

Un appello che è trasversale e che giunge da tutt’Italia: a scrivere a Salvini ci hanno pensato in questi giorni anche il sindaco di Cecina Rosignano Alessandro Franchi e il primo cittadino di Inverno, Enrico Vignati è stato ricevuto nei giorni scorsi al Viminale dal prefetto Franco Gabrielli. Sulla questione c’è anche un’interrogazione parlamentare depositata nei giorni scorsi a firma di Roberto Rosso (Fi) che chiede una semplificazione della normativa vigente. Intanto il presidente dell’Anci nazionale e sindaco di Bari Decaro attende ancora una risposta alla lettera inviata a Roma il 23 gennaio scorso con tre proposte: l’istituzione di un fondo nazionale per le spese sulla sicurezza, la promozione di assistenti civici, formati con corsi di formazione, da usare durante le manifestazioni, l’adozione per ogni Prefettura di indirizzi sperimentali arrivando all’elaborazione di procedure standard.

A mettere in ginocchio i comuni, le Pro Loco e gli organizzatori sarebbero proprio gli effetti delle misure di sicurezza adottate dal capo della Polizia Franco Gabrielli dopo il concerto di Ariana Grande a Manchester e all’indomani dei fatti di piazza San Carlo a Torino il 3 giugno scorso: monitoraggio degli accessi mediante sistemi di rilevazione numerica progressiva ai varchi, steward, impedimenti fisici al transito dei veicoli e un iter burocratico più complesso e molto altro. A luglio 2017 a chiarire alcuni aspetti era intervenuto il capo di Gabinetto del ministero dell’Interno con una circolare che aveva distinto tra manifestazioni in luogo pubblico, che richiedono agli organizzatori solo l’onere di avvisare il questore, e manifestazioni di pubblico spettacolo, sottoposte ad autorizzazione, individuando tre diversi livelli di rischio per calibrare le misure di sicurezza.

Ma ad un anno dalle linee guida del capo di Gabinetto i problemi restano: “Rispetto alla circolare Gabrielli – spiega Decaro – la situazione grazie alla direttiva Morcone (che individua tre diversi livelli di rischio per calibrare le misure di sicurezza) è cambiata. La notte della taranta si fa in uno dei paesi più piccoli della Puglia ma è un evento che richiama centinaia di migliaia di spettatori e ha bisogno di misure di sicurezza imponenti e di costi notevoli di conseguenza. La sagra del pesce fritto è fatta in un quartiere di Bari ma non necessita delle stesse misure. La direttiva Morcone ci aiuta a distinguere il grande evento da quello più piccolo rispetto al testo Gabrielli che considerava tutto alla stessa maniera, ma non basta”.

Secondo Avetta restano da chiarire due aspetti: i costi e il tema della filiera delle responsabilità. “I grandi eventi – spiega il presidente Anci Piemonte – si affidano a delle società ma andrebbero precisate le responsabilità che ricadono su quest’ultime e sugli amministratori. Come Anci Piemonte con Prefetture e Vigili del Fuoco stiamo pensando di adottare delle linee guida per dare una mano ai Comuni ad interpretare le norme”.

I comuni più in difficoltà sono quelli piccoli. Lo sa bene Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri d’Asti e coordinatore piccoli comuni Anci Piemonte: “Abbiamo dovuto ridurre le dimensioni delle manifestazioni e abbiamo avuto un aumento delle spese senza contare l’aggravio burocratico. Rispetto agli standard del passato dov’era il sindaco a porre una firma per l’utilizzo dello spazio pubblico ora il soggetto proponente deve presentare una pratica, sottoscritta da un geometra competente, al Suap, lo Sportello unico per le attività produttive. Da qui segue la convocazione della commissione di vigilanza con un aumento dei costi ma non sempre c’è di pari passo un aumento della sicurezza”.

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