“Mi auguro che la magistratura si liberi dalle correnti. Mi auguro in particolare che si liberi di quelle di sinistra“. Non è una dichiarazione pescata a caso tra le decine di attacchi lanciati negli anni da Silvio Berlusconi alle toghe. Non è neanche un’esternazione da comizio di uno qualsiasi degli ultras di Forza Italia. Al contrario ad auspicare una sorta di estinzione delle correnti di sinistra delle toghe è addirittura il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Jacopo Morrone.  Un attacco rozzo al mondo della magistratura quello dell’esponente del Carroccio. Soprattutto perché quelle parole sono state pronunciate a un corso di formazione per 347 neo magistrati organizzato dal Consiglio superiore della magistratura, che domenica 7 e lunedì 8 luglio eleggerà i suoi nuovi membri togati. Dichiarazioni che hanno scatenato numerose polemiche e sulle quali lui stesso è tornato, senza ritirarle: “Rivendico la mia posizione politica”. Per tutto il giorno è stato chiesto un intervento del ministro Alfonso Bonafede in proposito. Il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli, Giovanni Legnini, ha annunciato una lettera al guardasigilli per “chiedere di assumere delle determinazioni“. Come dire: è il caso che la poltrona di Morrone nel governo di Giuseppe Conte sia messa in discussione. La dichiarazione che però spegne le polemiche arriva in serata: “Prendo atto”, si legge nella nota ufficiale del guardasigilli, “che il sottosegretario ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali. Come già detto in altre occasioni, ritengo l’associazionismo dei magistrati una buona cosa, se non porta alle storture del correntismo. Tutti gli operatori del mondo della Giustizia hanno ormai ben compreso l’imparzialità del mio operato e del governo, nell’ambito dei principi costituzionali, ma, soprattutto, l’inequivocabile apertura al dialogo nei confronti di tutti. Quanto avvenuto stamattina non deve compromettere il dialogo che il ministero ha già avviato e che abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti con determinazione”.

Il sottosegretario: “Via le correnti di sinistra” – Le polemiche sono partite appunto dalle parole pronunciate dall’uomo di Matteo Salvini in via Arenula. “Se posso permettermi un inciso come sottosegretario neo nominato, tutti quanti sapete che appartengo alla Lega, mi auguro che ci sia una forte imparzialità e che anche in magistratura siano sempre meno presenti le correnti”, ha detto Morrone, come racconta Liana Milella su Repubblica. E fino a qui nulla da obiettare. Poi però il sottosegretario leghista specifica: “In particolare le correnti di sinistra e ci sia, invece, da parte vostra imparzialità“. Una posizione esplicitata nella sala conferenze di Palazzo dei Marescialli davanti ai magistrati ordinari in tirocinio, che hanno superato l’ultimo concorso e tra alcuni giorni giureranno al Quirinale. Presenti anche numerosi consiglieri del Csm che non credono alle proprie orecchie.

Legnini: “Bonafede assuma determinazioni” – A quel punto Morrone cerca di aggiustare il tiro, ma peggiora la sua situazione. “Ho parlato così prima perché come voi sapete il mio partito ha una questione aperta con questi magistrati”. Un riferimento diretto agli attacchi di esponenti della Lega successivi al deposito delle motivazioni della Cassazione, che il 12 aprile scorso ha chiesto il sequestro delle somme future che entrano nelle casse del Carroccio, fino al raggiungimento dei 49 milioni che secondo i magistrati l’ex partito di Bossi deve restituire allo Stato. In pratica Morrone accredita alle correnti di sinistra della magistratura una decisione presa dalla seconda sezione penale della Suprema corte. Parole che hanno provocato la reazione infuocata del mondo della magistratura a cominciare da Legnini. “Telefonerò e scriverò una lettera al ministro della Giustizia sulle parole del sottosegretario Morrone per informarlo e chiedere di assumere delle determinazioni”, ha detto il vicepresidente del Csm.  “Le parole del sottosegretario – ha aggiunto –  non possono essere né condivise né accettate. La libertà di associazione è riconosciuta dalla Costituzione a tutti i cittadini e ovviamente anche ai magistrati”.

Anm: “Affermazioni gravissime” –  L’Associazione nazionale magistrati, in una nota, “stigmatizza il contenuto di tali gravissime affermazioni e ribadisce il ruolo fondamentale di tutti i gruppi associativi all’interno della magistratura, in quanto garanzia di pluralismo culturale e democrazia interna. Si tratta di dichiarazioni gravi e inaccettabili sia perché rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati, la cui reazione è stata di sconcerto, sia perché provenienti da un rappresentante del Governo invitato all’incontro nella sua veste istituzionale”. Area, la corrente di sinistra nata dalla fusione di Magistratura democratica e del Movimento giustizia, ha diffuso un’infuocata nota ufficiale: “Quella del sottosegretario Morrone è un’affermazione gravissima che non solo porta un attacco indebito all’associazionismo giudiziario e al pluralismo, ma costituisce un’inammissibile confusione tra ruolo politico e ruolo istituzionale. Fatto ancor più grave perché avvenuto a due giorni dal voto, mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del Csm, quindi con un chiaro intento propagandistico”. “Le dichiarazioni del sottosegretario al corso di formazione organizzato dal Csm sono inaccettabili nel contenuto e gravissime quanto al contesto in cui sono state rese. Un incontro di formazione per giovani magistrati non può essere strumentalizzato per finalità politiche da chi è stato invitato per rappresentare il ministero della giustizia nell’ambito della collaborazione istituzionale che la costituzione sollecita e che il Csm ha sempre onorato e continuerà ad onorare. Mi auguro che il ministro della giustizia voglia prendere le distanze da queste dichiarazioni”, dice Antonello Ardituro, consigliere togato di Area.

Unicost: “Dichiarazioni superficiali” – Reagisce a Morrone anche la corrente di centro della magistratura, Unità per la Costituzione che “ringrazia il presidente dell’Anm Minisci e tutta la giunta per la tempestiva presa di posizione in difesa dell’associazionismo giudiziario e del pluralismo di cui lo stesso si compone”. Unicost “auspica che il percorso di dialogo e confronto intrapreso con il recente incontro fra la Giunta ed il ministro della Giustizia possa proficuamente proseguire nell’interesse delle Istituzioni senza essere pregiudicato da dichiarazioni superficiali, evidentemente determinate da una scarsa conoscenza della storia dell’associazionismo giudiziario”. Anche Magistratura Indipendente, considerata corrente di centrodestra,  “si riconosce pienamente nel comunicato Anm e ribadisce l’auspicio che i soggetti investiti di incarichi istituzionali abbiano maggior rispetto del proprio ruolo”.

Il sottosegretario non smentisce: “Rivendico posizione politica” – Morrone, però, non smentisce le sue parole. “Rivendico la posizione politica, in magistratura non ci sono correnti migliori di altre. Ma le mie parole pronunciate questa mattina al Csm sono una opinione personale che non rappresenta la posizione del ministro. In questo senso ho avuto un’uscita irruente e infelice rispetto al contesto e alla rappresentanza”, concede il sottosegretario. Che però non ritira le frasi pronunciate: “Rivendico comunque la posizione politica – dice –  la Lega ha sempre criticato le correnti in magistratura perché portano alle storture che sono emerse e a più riprese denunciate in diversi anni”. E sulle parole di Legnini, Morrone dice: “Non era mia intenzione sostituirmi al ministro di cui stimo e rispetto la posizione. Così come rispetto la stragrande maggioranza della magistratura che porta avanti la propria missione con abnegazione e imparzialità”.

Pd: “Morrone si dimetta” – Ex fedelissimo di Roberto Maroni, Morrone si è trasformato in salviniano di ferro che lo ha imposto come candidato in Romagna al posto di Gianluca Pini. Avvocato civilista, era considerato fino a poco tempo fa “un onesto pedalatore a livello regionale”. Ma dopo l’arrivo a Roma e la nomina in via Arenula ha evidentemente abbandonato la storica cautela nelle esternazioni. E adesso qualcuno comincia già a chiederne le dimissioni. Come David Ermini, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera. “La toppa di Morrone per le sue incredibili dichiarazioni è peggio del buco. Dopo le sue precisazioni le dimissioni diventano un gesto inevitabile”. Critica Morrone anche il deputato M5s, Andrea Colletti: “Se risultano vere le parole che i vari giornali addossato al sottosegretario alla giustizia quest’ultimo deve chiedere immediatamente scusa. Se è vero che va scardinato il sistema correntizio che sottintende alle nomine presso il Csm esso va scardinato in tutte le sue componenti, siano esse di destra che di sinistra. E va cancellata anche la vergognosa normalità di indicare dei politici come membri laici del Csm visto che non si deve mai politicizzare la magistratura, men che meno l’organo di autogoverno”.

Silenzio M5s, parla solo il deputato Colletti: “Si scusi, ma vergogna è altra” – Per tutto il giorno i 5 stelle hanno aspettato le dichiarazioni di Bonafede e hanno scelto di non esporsi sul tema. Ha parlato solo il deputato Andrea Colletti: “Se risultano vere le parole che i vari giornali addossano al sottosegretario alla giustizia”, si legge in un post su Facebook, “quest’ultimo deve chiedere immediatamente scusa. Se è vero che va scardinato il sistema correntizio che sottintende alle nomine presso il CSM esso va scardinato in tutte le sue componenti, siano esse di destra che di sinistra. E va cancellata anche la vergognosa normalità di indicare dei politici come membri laici del CSM visto che non si deve mai politicizzare la magistratura, men che meno l’organo di autogoverno”.

GIUSTIZIALISTI

di Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita 12€ Acquista
Articolo Precedente

Basilicata, chi è il presidente Pittella. Poltrone, processi ed eccessi della family di notabili di partito mai rottamati

next
Articolo Successivo

Difesa, Trenta: “Non compreremo altri F-35. Valutiamo se mantenere o tagliare i contratti in essere”

next