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Rolling Stone, l’appello “Noi non stiamo con Salvini” diventa un caso: Mentana e Robecchi citati ma smentiscono

La rivista trasforma la copertina in una manifesto contro il ministro degli Interni, inserendo i nomi di 50 artisti e personaggi del mondo dello spettacolo. Il direttore del Tg La7 ha scritto su Facebook: "Mi hanno chiesto l'adesione, ma ho risposto di no". Anche Robecchi si smarca.

di F. Q.

Una copertina arcobaleno con scritto: “Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice“. La rivista Rolling Stone ha lanciato un manifesto contro il ministro dell’Interno, in cui compaiono le adesioni di oltre 50 artisti e  personaggi del mondo dello spettacolo, che è diventato un caso. Tra le persone citate, infatti, ci sono anche il direttore del TgLa7 Enrico Mentana Alessandro Robecchi, giornalista e scrittore che collabora col Fatto Quotidiano, che hanno smentito di aver aderito all’iniziativa. Ecco la spiegazione di Mentana affidata a Facebook. “Con sorpresa ho trovato il mio nome tra gli aderenti a questa iniziativa (a meno che “Enrico Mentana, giornalista” non sia un omonimo). È un caso di malcostume, trasandatezza, sciatteria? Non so, non ho ancora letto la rivista. So però che il suo direttore mi aveva chiesto l’adesione, e la risposta è stata chiara: No”, ha scritto il giornalista. “Non credo agli appelli o alle prese di posizione perentorie e che servono solo a scopi identitari, o a volte peggio mirano a un po’ di pubblicità gratuita. Il giornalismo è fatto di racconto e di confronto delle idee, di attacco alle posizioni ritenute sbagliate, o perfino pericolose. Mai però la scelta di una persona liberamente eletta come bersaglio, come uomo nero“, è l’argomentazione di Mentana.

Robecchi, invece, usa Twitter: “Cari di Rolling Stone, dal vostro comunicato stampa sembra proprio un appello e mi chiedo (come Mentana) come ci sono finito dentro. Nessuno mi ha interpellato né chiesto nulla. Sono contro Salvini, ma anche contro i furbetti che si fanno pubblicità usando il mio nome”.

L’editoriale – “I nuovi sono antichi e pericolosi” – Le ragioni di Rolling Stones sono spiegate in un lungo editoriale. “Fa male vedere, giorno dopo giorno, un’Italia sempre più cattiva, lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro. Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito. Per questo non possiamo tacere”, si legge. “I valori sui quali abbiamo costruito la civiltà, la convivenza, sono messi in discussione – è la preoccupazione della rivista diretta da Massimo Coppola- Ci troviamo costretti a battaglie di retroguardia, su temi che consideravamo ormai patrimonio condiviso e indiscutibile. I sedicenti ‘nuovi‘ sono in realtà antichi e pericolosi, cinicamente pronti a sfruttare paure ancestrali e spinte irrazionali”. E dunque “dobbiamo opporci a chi ci porta indietro, a chi ci costringe a diventare conservatori. Not in my name, non nel mio nome, nel nostro nome”. È “fondamentale prendere una posizione chiara – si legge ancora – crediamo che volgere lo sguardo dall’altra parte e aspettare che passi la bufera equivalga a essere complici, crediamo, una volta di più, nel soft power della cultura pop, nella sua capacità di unire, condividere, accogliere”, scrive ancora la rivista che, si ricorda, sin dalla sua fondazione si è sempre contraddistinta per “impegno nella vita politica e sociale, lotta al fianco degli ultimi e coraggio nel dire sempre da che parte sta”. Il messaggio è stato raccolto da una lunga sfilza di artisti, “Tanti sono stati contattati, non tutti hanno risposto”. 

La lista degli aderenti nel comunicato  – Tra gli aderenti al manifesto – citati nel comunicato stampa diffuso dalla rivista – ci sono Daria Bignardi (scrittrice), Vasco Brondi (cantante), Caparezza (cantante), Ennio Capasa (stilista), Pierpaolo Capovilla (cantante), Chef Rubio (conduttore tv), Max Collini (cantante), Carolina Crescentini (attrice), Marco D’Amore (attore), Costantino della Gherardesca (conduttore tv), Erri de Luca (scrittore), Diodato (cantante), Elisa (cantante), Ernia (rapper), Fandango di Domenico Procacci (casa di produzione), Fabio Fazio (conduttore tv), Anna Foglietta (attrice), Marcello Fonte (attore), Gazzelle (cantante), Gemitaiz (rapper), Gipi (fumettista), Linus (Radio Deejay), Lo Stato Sociale (band), Makkok (illustratore), Fiorella Mannoia (cantante), Vinicio Marchioni (attore), Emma Marrone (cantante), Ermal Meta (cantante), Francesca Michielin (cantante), Motta (cantante), Gabriele Muccino (regista), Negramaro (band), Andrea Occhipinti (produttore e distributore cinematografico), Roy Paci (cantante), Mauro Pagani (musicista), Tommaso Paradiso (cantante), Valentina Petrini (giornalista), Alessandro Robecchi (scrittore), Lele Sacchi (dj), Selton (band), Barbara Serra (giornalista), Michele Serra (giornalista), Shablo (produttore musicale), Subsonica (band), Tedua (rapper), Tre Allegri Ragazzi Morti (band), Sandro Veronesi (scrittore), Daniele Vicari (regista), Zerocalcare (fumettista). E poi ovviamente Enrico Mentana (giornalista). Che però ha smentito. A meno che non sia un omonimo.

La risposta di Salvini – 

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