Tesla ha comunicato ieri di aver finalmente raggiunto il target che si era prefissata per Model 3, ovvero l’auto (nei suoi piani) più “popolare”: costruirne 5.000 alla settimana. Un obiettivo, come più volte sottolineato dal numero uno dell’azienda Elon Musk, fondamentale per generare cassa e profitti, che è stato ottenuto con sei mesi di ritardo rispetto alle previsioni della stessa azienda californiana.

Per l’esattezza, nell’ultima settimana del semestre la produzione nello stabilimento di Fremont è stata di 5.031 Model 3, a cui si sono aggiunte altre 2.000 tra berline Model S e sport utility Model X. Il che ha subito fatto esultare Musk su Twitter con un significativo “7.000 in 7 giorni“, a cui ha prontamente fatto seguito la risposta del numero uno di Ford Europe Steven Armstrong che ha ricordato i ritmi di produzione dell’Ovale Blu: “7.000 in 4 ore“.

Scaramucce mediatiche a parte, pare che i famigerati “colli di bottiglia” (come li chiamava lo stesso Musk) che rallentavano la produzione della Model 3 siano stati eliminati con l’introduzione di una seconda linea produttiva nello stabilimento californiano. E con la messa a punto di alcuni passaggi tecnici che non funzionavano a dovere.

Tutto questo dovrebbe far si, come ha fatto intendere lo stesso Musk, che l’output possa crescera ancora, raggiungendo le 6 mila unità settimanali già alla fine di agosto. Un’iniezione di fiducia per quei clienti che, dopo aver versato 1.000 dollari per prenotare l’auto, non hanno mollato (mentre le defezioni finora sono state 100 mila). E a cui Musk ha chiesto di recente altri 2.500 dollari per confermare la prenotazione e avere la possibilità di personalizzare la propria Model 3. Quando arriverà.

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