Dice di non sentirsi uno stalker e di provare un sentimento d’amore ispirato da un pellegrinaggio a Medjugorje che l’aveva portato perfino a sognare il matrimonio e una famiglia con l’europarlamentare Lara Comi. In realtà quella di Giovanni Bernardini, imprenditore di Jesolo, era diventata un’ossessione, tanto che nel tempo furono presentate 27 denunce per atti persecutori e un arresto, che ha dato vita al processo al tribunale di Busto Arsizio, dove vengono esaminati i fatti e le pressioni recenti. Perché per le avances moleste più datate Bernardini ha patteggiato una pena di 18 mesi a dicembre 2017. Oggi Bernardini ha parlato per la prima volta, confermando la sua verità: “Sposarla era il mio sogno – ha sottolineato Bernardini, che in passato è stato anche candidato-sindaco a Jesolo – ho espresso forse in maniera eccessiva e cialtronesca i miei sentimenti, ma non c’è mai stata da parte mia la volontà di minacciare. Volevo farle capire che ci tenevo”. Un’ossessione che portò al suo arresto: era il 22 settembre 2017 e lui decise di assistere dagli spalti dello stadio di Lecco a una partita benefica, tra l’altro contro la violenza sulle donne.

L’ossessione d’altra parte era sfociata in una vera e propria persecuzione. I fiori d’arancio con l’eurodeputata di Forza Italia erano il sogno al quale l’imputato ambiva. “Andai in pellegrinaggio a Medjugorie a dicembre del 2016 – ha raccontato in aula – e avevo iniziato a riflettere sulla mia esistenza. Mi ero detto che avrei voluto una svolta dal punto di vista affettivo. Avrei voluto creare una famiglia e ho pensato subito alla Comi. L’avevo chiamata al telefono, ma lei fu categorica. Io provai a insistere. Volevo farle capire che ci tenevo”.

I due si erano conosciuti nel 2013. Per l’imprenditore agricolo di Jesolo fu amore a prima vista. Ma solo per lui. “La prima volta che l’ho vista era in tv – ha riferito Bernardini – poi la incontrai di persona a Rimini. Il recapito telefonico me lo ha lasciato proprio lei. Appena l’ho vista in televisione, ho provato una simpatia istintiva. Gli chiesi l’amicizia su Facebook e me la concesse. Parlavamo di tutto, di agricoltura, politica, calcio. Stavamo discutendo della possibilità di organizzare un incontro sulla problematica delle concessioni balneari”. Ma dalle questioni burocratiche l’imprenditore passò prestò a un linguaggio più spinto. Già nel 2013 inviò i primi mazzi di fiori all’onorevole, senza ottenere risultati, mai. Anzi: “Mi fece subito capire che non c’era margine: è stata categorica”. Eppure il corteggiamento non cessò e dopo alcuni anni di silenzio, ispirato dalla visita alla Madonna di Medjugorie, tornò alla carica con anelli, proposte di matrimonio, chiese prenotate per celebrare l’evento. “Ho continuato a insistere – ha aggiunto in aula – perchè al cuor non si comanda: i sentimenti viaggiano su altri piani. Il carcere fu una misura eccessiva: scrissi una lettera di scuse, anche perchè speravo di uscire”. Il giudice del tribunale di Busto, Valeria Recaneschi, ha disposto una nuova perizia psichiatrica per valutare se l’imputato è capace di intendere e volere.

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