E’ il giorno della presentazione di un primo dossier al sottosegretario del governo Giancarlo Giorgetti, ma il pensiero di Chiara Appendino non potrà non essere rivolto a Torino, dove all’interno della sua maggioranza sempre più consiglieri si dicono contrari ai metodi con cui la sindaca affronta la candidatura della città a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. Fino all’una di notte gli eletti del Movimento 5 stelle, la sindaca e molti assessori hanno discusso e litigato sul tema. Appendino, a due anni dalla sua elezione, ha addirittura minacciato le dimissioni, mentre i dissidenti della prima ora hanno paventato di far tornare tutti a casa.

“Io capisco che possano esserci idee differenti ma un M5s di governo non può non rilanciare la proposta di Torino che è migliore di altre come quella di Milano”, ha affermato stamattina il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli a Radio Anch’io ricordando che la proposta di Torino “è sostenibile, non cementifica e farà risparmiare all’Italia riutilizzando strutture delle Olimpiadi precedenti”.

Oltre ai cinque consiglieri contrari a una nuova edizione dei giochi invernali a 20 anni da quelli del 2006, altri contestano ad Appendino i metodi adottati sulla questione, soprattutto l’assenza di discussione e di coinvolgimento, anche se la rottura di lunedì sera – spiega stamattina uno dei consiglieri – sarebbe in parte già sanata. Alcuni episodi hanno aumentato il malumore all’interno della maggioranza. Il primo riguarda il pre-dossier di candidatura, un incarico affidato da alcuni comuni delle valli olimpiche all’architetto Alberto Sasso, già consulente a Roma per la riduzione delle volumetrie dello stadio e poi candidato del M5s in Parlamento. Le anticipazioni di alcuni progetti (come la trasformazione della ex Manifattura tabacchi nel nuovo villaggio olimpico) sono trapelati prima sui quotidiani che alla maggioranza e questo non è piaciuto.

Nel frattempo il capogruppo Pd Stefano Lo Russo e il segretario metropolitano dei dem Mimmo Carretta hanno offerto alla sindaca il loro sostegno per questo progetto, mentre la consigliera comunale ed ex grillina (ora nel gruppo misto) Deborah Montalbano aveva chiesto comunicazioni urgenti ad Appendino che lunedì pomeriggio, supportata dal capogruppo M5s, ha preferito evitare il confronto rinviando la trattazione alla settimana prossima: “Inaccettabile”, ha commentato Montalbano che ritiene “surreale e incomprensibile la mancanza di democrazia, partecipazione e condivisione perseguita dalla prima cittadina, denunciata anche pubblicamente dalle posizioni prese da alcuni consiglieri comunali e regionali dissidenti del M5S”.

I tempi sono stretti. Torino ha ottenuto il supporto di alcuni esponenti del governo gialloverde, come il ministro per i rapporti col Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro e quello alle infrastrutture Toninelli. Appendino ha incassato anche il sostegno di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria.

Secondo Giuseppe Sala, sindaco di Milano (altra città che ha manifestato al Cio l’interesse a ospitare i giochi olimpici), il capoluogo lombardo ha più possibilità di vincere: “Se però si decidesse per la città di Torino io non farò polemiche”. Intanto alcuni esponenti della Lega ritengono più giusta una soluzione condivisa tra Lombardia e Piemonte. Il 10 luglio il Coni dovrà decidere quale soluzione mandare al Comitato olimpico internazionale “e il Consiglio comunale di Torino non ha mai potuto confrontarsi a riguardo di questa scelta”, sottolinea il blog “Sistema Torino”, canale di informazione critica sull’amministrazione cittadina.

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