“Lanzalone svolgeva le funzioni dell’Assessore per la questione stadio, operava in stretto rapporto con il sindaco e con quest’ultimo ha condiviso il cambiamento della posizione del comune” rispetto al futuro impianto giallorosso. Nel faldone dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin, relativo all’inchiesta sullo stadio dell’As Roma, compare una deposizione dell’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, interrogato dagli inquirenti il 31 maggio scorso, in cui si traccia non solo il ruolo de facto dell’avvocato genovese sulla questione stadio. Bardini sostiene come Lanzalone avesse un rapporto fiduciario con la sindaca Virginia Raggi, racconta della presenza ad alcune riunioni degli attuali ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro – all’epoca facevano parte del gruppo enti locali del M5s – e anche il cambio d’opinione improvviso dell’amministrazione capitolina – e dello stesso Lanzalone – rispetto al progetto-stadio dopo gli appelli di Francesco Totti e Luciano Spalletti. E adesso, a quanto si apprende da fonti capitoline, la procura è a caccia di documenti e corrispondenza varia necessari a dimostrare come l’ex presidente Acea svolgesse un ruolo tangibile in Campidoglio, sebbene “non suffragato da atti formali”.

IL CAMBIO DI LINEA DOPO LE DICHIARAZIONI DI TOTTI – Berdini racconta ai pm che inizialmente “lo studio Lanzalone, per intero coinvolto nella vicenda, aveva formulato un parere molto argomento favorevole alla posizione del comune, poiché asseriva che la Roma e il gruppo Parnasi non avrebbero potuto avanzare pretese risarcitorie nei confronti del Comune”. Ma a un certo punto, le cose cambiano: “Una domenica il giocatore della Roma, Francesco Totti, rese pubblicamente una dichiarazione di esortazione alla realizzazione dello stadio. La sera stessa, il vicesindaco Luca Bergamo mi telefonò rappresentandomi la necessità di cercare una mediazione con la Roma, per confermare la dichiarazione di pubblico interesse del nuovo stadio”. A quel punto, secondo Berdini, iniziano le riunioni di “mediazione” in Campidoglio con il dg dell’As Roma, Mauro Baldissoni, e il patron di Eurnova, Luca Parnasi. “A dette riunioni – ricorda Berdini – forse solo ad alcune di esse, parteciparono con mia sorpresa anche Bonafede e Fraccaro”.

QUANDO LANZALONE DIVENTA “FIDUCIARIO” DEL SINDACO – A quel punto, dai racconti dell’ex assessore, il ruolo dell’avvocato genovese diviene preminente: “Ha iniziato con il valutare la questione risarcitoria – si legge nella dichiarazione – e poi sostanzialmente ha gestito tutta la vicenda stadio in stretta relazione con il sindaco. Il rapporto con quest’ultimo è divenuto via via più stretto ed egli ha iniziato ad operare come suo fiduciario occupandosi della gestione concreta della vicenda stadio”. Poi approfondisce: “Quale consulente di fiducia del sindaco lo assisteva ed influiva su tutte le decisioni assunte sulla vicenda stadio. Muovendo da un incarico molto specifico e settoriale ha assunto pian piano il ruolo di consigliere del sindaco su tutta la vicenda Stadio” e durante le riunioni “Lanzalone ha iniziato via via ad occuparsi anche dei problemi di sua fattibilità”. Tanto che a un certo punto “ho posto al sindaco il problema del pagamento di Lanzalone, perché quest’ultimo metteva un impegno considerevole nella questione. Il sindaco mi ha detto che avrebbe trovato il modo di inserirlo formalmente nel suo staff, con un incarico di consulenza”. Cosa, in realtà, mai avvenuta prima della nomina a presidente Acea.

LA PROCURA A CACCIA DI CARTE – Gli inquirenti sono fermamente convinti del ruolo de facto di Lanzalone e che “sebbene non suffragato da un’investitura formale, il compito svolto sia ampiamente riconosciuto da interlocutori qualificati, che contattano il professionista facendo ampio affidamento sulle sue funzioni”, come dimostrerebbero le riunioni organizzate anche a fine maggio con il dg della Roma Baldissoni e quello del Campidoglio, Franco Giampaoletti. A quanto apprende ilfattoquotidiano.it, l’Avvocatura Capitolina sta raccogliendo per conto della procura di Roma atti e corrispondenze elettroniche fra lo studio Lanzalone e i vertici capitolini, nel tentativo di rinforzare questa tesi. Al momento, è stata rinvenuta una bozza di nuova convenzione in word inviata via email dall’avvocato genovese agli uffici del Campidoglio, un testo pare molto vicino alla revisione del progetto messa a punto a fine 2017 fra lo stesso Comune e i proponenti.

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