A quarant’anni l’hanno ”licenziata”, (volevano un volto più giovane) a  65 l’hanno riassunta. La storia d’amore di Isabella Rossellini con Lancôme potrebbe sembrare un po’ strana. Lei per prima, è stata sorpresa (piacevolmente) dal ritorno di fiamma: “Quando mi hanno chiamato ho detto: Certo, non sono ringiovanita…”.  La sua rivincita è diventata il simbolo delle donne “Libere di invecchiare”, come teorizza la scrittrice Ashton Applewhite nel saggio “Il bello dell’età”. Sì, perché nel frattempo è successo qualcosa. Le sessantenni di oggi non sono quelle di ieri. È aumentato il loro potere d’acquisto. I loro corpi e i loro pensieri sono diversi. Si sono ribellate a quello che Susan Sontag ha definito “il doppio standard dell’invecchiamento”, concezione sociale per cui l’età migliora un uomo e distrugge una donna. Alcune stanno facendo la loro parte per mettere gilf (“Granny I’d like to fuck”, cioè nonna scopabile) accanto a milf. A vent’anni, tutti sono belli in jeans e t-shirt, dopo i 50 ( in verità anche prima) contano l’eleganza, l’individualità, i dettagli. E poi ci sono modelli felici ai quali ispirarsi, da Brigitte Macron con le gonne corte e gli spigliati look di Balmain a Sharon Stone, pronta a innamorarsi di nuovo, da Madonna (niente da dire sulla sua potente vitalità) a Isabelle Huppert che nel 2017, a 64 anni si è portato a casa il primo Golden Globe con “Elle”.

E c’è una verità indubitabile, testimoniata dalla ricerca di Lancôme, appunto: nel 2020 le sessantenni saranno 500 milioni, cioè il 15 per cento della popolazione mondiale, le cosiddette boomer. Ancora piene di energia e voglia di vivere, di ricominciare, se è il caso. La “nonnitudine” – lo testimonia Isabella, da poco entrata nella categoria grazie alla figlia Elettra – non le esaurisce. Medicina e industria della bellezza le corteggiano. Perché, anche se i sessanta possono essere magnifici, la pelle si assottiglia, entrano in gioco la genetica e lo stile di vita (fumatrici o no? Sportive o no?). La dermatologa Linda Fouque suggerisce, in aggiunta, il botox mentale: chiudere gli occhi, visualizzare tutti i muscoli del viso e immaginare di distenderli uno dopo l’altro, fino a sentirli completamente rilassati. È un esercizio di beauty-meditazione.  È una raccolta di testimonianze, uno strumento di riscatto. Volendo, anche una guida spirituale. “Donne 6.0 – Il lato glamour di una certa età”, di Daniela Fedi e Lucia Serlenga (Cairo) rovescia molti luoghi comuni.

Ovvero che le donne, come lo yogurt, abbiano una data di scadenza, che il giro di boa dei 50/60 sia la fine. Addio seduzione, addio energia creativa. Macché. Se i 40 sono diventati i nuovi 20, e i 50 non sono poi così male – è provato da signore come Linda Evangelista ( 53 ), Elle MacPherson (54) Cindy Crawford (52) – forse è ora di riconsiderare i 60. Alle sixty girl curiose, libere, capaci di personali rivoluzioni, Fedi & Serlenga, dedicano consigli di moda, salute, bellezza e strategie per godersela, rivelano gli esercizi di Helen Mirren, facili e astuti, consegnano i dieci comandamenti del “bellessere”. Uno studio commissionato da Procter & Gamble su quasi sei milioni di italiane (50 – 64 anni) ha dato risultati sorprendenti: il 23% pensa che questa fase sia una seconda giovinezza, il 16,8 % la vede come il momento giusto per un progetto di vita, mentre per il 13,5 % coincide con la “vera libertà”. Insomma, i 60 non sono un capolinea. Sono The Golden Age. Dove tutto può ancora succedere.

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