Il Pd è pronto a “scatenare un casino”, per usare le parole di un dirigente del partito sentito dall’agenzia LaPresse, se la maggioranza impedirà ai democratici di assumere la presidenza del Copasir, a beneficio di Fratelli d’Italia. Per questo ieri i capigruppo di Pd e Forza Italia si sono incontrati per definire un metodo in vista delle votazioni della prossima settimana, quando si comporranno le commissioni parlamentari, comprese quelle di garanzia, cioè il Copasir e la Vigilanza Rai. Dalla riunione tra Andrea Marcucci, Graziano Delrio, Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini – spiegano fonti di minoranza – è uscito questo schema sulle due commissioni e sulle due Giunte per le autorizzazioni: il Copasir al Pd (candidato Lorenzo Guerini), la Vigilanza a Forza Italia (candidati Maurizio Gasparri e Paolo Romani), la giunta del Senato al Pd, quella della Camera a Forza Italia. Il timore di democratici e berlusconiani è che la maggioranza intervenga nella discussione, magari dando la presidenza del Copasir a un esponente di Fratelli d’Italia. Ma al riguardo il Pd pone una questione pregiudiziale: la decisione sulle presidenze – spiegano le fonti del Pd – deve nascere da un accordo tra i partiti di opposizione o le commissioni rischiano di perdere la loro natura “di garanzia”.

Meloni: “Berlusconi smentisca la riunione Pd-Fi”
E infatti a irritarsi non poco è la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: se l’incontro tra Pd e Fi venisse confermato, dice, sarebbe scandaloso: “E’ inaudito che Pd e Fi si incontrino a fini spartitori con la pretesa di decidere la posizione di Fratelli d’Italia rispetto al governo. Mi aspetto una smentita chiara e inequivocabile da parte del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Se non ci sarà, annuncio sin da ora che siamo pronti a dare battaglia in Parlamento contro questo comportamento vergognoso, scontato da parte dell’antidemocratico Pd ma del tutto inaspettato da parte di Forza Italia, che preferisce fare accordi con la sinistra che con uno dei suoi storici alleati di centrodestra”. Se invece la spunteranno davvero i Fratelli d’Italia il Pd potrebbe fare ostracismo e non indicare i nomi dei componenti delle altre commissioni di garanzia (Rai e giunta per le autorizzazioni).

Gelmini: “Ma la Meloni è all’opposizione o in maggioranza?”
Ma la smentita non arriva. Anzi, arriva la conferma dalla capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini: “Stupiscono – si legge in una sua nota – i toni usati da Giorgia Meloni che con una ruvida nota ha chiesto al presidente Silvio Berlusconi una fantomatica smentita in merito ad un incontro tra i capigruppo di Forza Italia e del Partito democratico. Tra forze politiche, a maggior ragione tra opposizioni, è normale che ci sia un’interlocuzione. Talmente normale che nella giornata di ieri Giorgia Meloni ha legittimamente chiesto al gruppo Forza Italia della Camera i voti per eleggere Fabio Rampelli alla vicepresidenza di Montecitorio: voti che il gruppo azzurro ha lealmente garantito”. Per la Gelmini “la domanda di fondo” è “più che altro un’altra, e dovrebbe essere Giorgia Meloni a chiarire, una volta per tutte: Fratelli d’Italia è in maggioranza con Movimento 5 stelle e Lega o è all’opposizione di questo governo? L’astensione utilizzata in Parlamento durante il voto di fiducia all’esecutivo Conte ci consegna, ancora oggi, questo irrisolto interrogativo”. Se Fdi è all’opposizione, secondo Gelmini, allora si potrà convocare un tavolo con tutte le opposizioni.

Pd e commissioni: Renzi e Gentiloni scelgono gli Esteri
Nel frattempo partiti e parlamentari cominciano a scegliere la distribuzione nelle varie commissioni. Il boom è nelle commissioni Esteri, che nel Pd è stata scelta dai due ex presidenti del Consiglio Matteo Renzi (Senato) e Paolo Gentiloni (Camera) e da altri 4 ex ministri dei loro governi. Alla Camera tranne Pier Carlo Padoan che andrà alla Bilancio, tutti gli altri ex ministri verranno assegnati a commissioni non inerenti con le deleghe avute in questi anni. nni da membri di governo. In commissione Esteri a Montecitorio, oltre a Gentiloni, dovrebbe andare anche l’ex ministro della Cultura Dario Franceschini e l’ex capo del Viminale Marco Minniti. Il capogruppo Graziano Delrio, ex ministro dei Trasporti, andrà in commissione Affari europei, mentre l’ex Guardasigilli Andrea Orlando tornerà all’Ambiente, di cui è stato ministro nel governo Letta. L’ex sottosegretaria a Palazzo Chigi, Maria Elena Boschi, andrà in commissione Bilancio insieme all’ex ministro della Pa Marianna Madia. Luca Lotti ha scelto la commissione Difesa, in cui andrà anche Ettore Rosato. In commissione Affari Costituzionali andranno a far parte invece il presidente Pd Matteo Orfini e l’ex ministro dell’Agricoltura e attuale segretario reggente Maurizio Martina.

Al Senato in commissione Esteri con Renzi andrà anche l’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti, mentre Valeria Fedeli andrà alle Politiche Ue. L’ex viceministra al Lavoro Teresa Bellanova andrà alla commissione Industria, Tommaso Nannicini, ex sottosegretario e responsabile del programma, dovrebbe andare in commissione Lavoro. Il capogruppo a palazzo Madama Andrea Marcucci sarà in commissione Affari costituzionali mentre Matteo Richetti sarebbe in dubbio tra le commissioni Lavoro e Giustizia. Il tesoriere Pd, Francesco Bonifazi, sarà in commissione Finanze.

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