Un medico tiene in braccio di notte un neonato che ha due occhi neri enormi. È protetto dalla sua tutina grigio chiara, forse è caduto in mare prima di essere portato in salvo e quindi è stato coperto. Qualcuno gli ha dato un ciuccio che lui non ha intenzione di lasciare. È uno dei 123 minori a bordo della nave Aquarius, rimasta ferma per quasi due giorni tra le coste della Sicilia e quelle di Malta. Loro non sanno di essere stati l’oggetto di un braccio di ferro che si è risolto con l’accoglienza della Spagna, dove però i 629 migranti soccorsi dai volontari della ong Sos Meditarranee arriveranno solo tra tre giorni. Ma prima del trasferimento su imbarcazioni della Marina Militare italiana, direzione Valencia, lo stallo della nave ha permesso di mostrare la speranza e la voglia di sorridere di uomini, donne e bambini in fuga da povertà e violenza.

A bordo c’è anche una coppia che in questo inferno è riuscita a ritrovarsi: “Non avevano idea se l’altro fosse sopravvissuto dopo che la barca ha avuto un’avaria”, racconta la corrispondente di El Pais Sara Alonso Esparza, che insieme alla collega Naiara Galarraga Gortazar sta raccontando le centinaia di storie dei migranti dell’Aquarius, appesi a quel mare che è sia speranza che morte. “Si abbracciano forte, si sorridono, sono vivi e sono ancora insieme, intrecciano le mani in modi sempre diversi senza mai lasciarsele”. C’è anche tanta stanchezza, tra chi aspetta di sapere il proprio destino, ma questo non toglie le forze alle madri di sorridere e ballare di sera, mentre qualcuna intona un canto africano e le altre battono le mani a ritmo. “È difficile controllare il nervosismo – scrive ancora la giornalista spagnola – Donne e bambini gestiscono l’incertezza del momento con musica e danza. Modi per vivere. Lezioni di vita“.

Da un’altra parte della nave, un ragazzo prende un libro dal titolo ‘1000 pensieri positivi‘ e lo comincia a leggere a tutti intonando, con le sue parole, la voglia di farcela e andare avanti. Sul ponte intanto vengono distribuiti a ogni migrante una mela, una bevanda e un pezzo di pane in cassetta, come documenta Oscar Corral, fotogiornalista di El Pais. È lui a fare tanti primi piani di uomini che riescono a sorridere tristemente, pensando al passato e adesso al futuro pieno di incertezze. Poco più in là i medici spiegano al personale della nave come eseguire manovre di salvataggio su adulti e bambini.


Poi, dopo giorni d’incertezza che hanno cominciato a preoccupare i migranti fermi in mare sull’Aquarius, finalmente la notizia dell’accoglienza da parte della Spagna: “Ci piace la Spagna perché ci vuole”. dicono. I pensieri sono semplici ma pieni di umanità: si cerca solo un porto per cominciare a vivere.

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