“Porto le condoglianze dello Stato agli amici di Soumayla Sacko e alla famiglia che si trova in Mali. C’è una bambina di 5 anni che ha perso il padre”. Roberto Fico è la carica più altro dello Stato mai entrata nel ghetto di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, dove viveva il bracciante africano ucciso il 2 giugno perché stava prendendo, in un terreno abbandonato, alcune lamiere che servivano per costruire una baracca.  È stata l’occasione per esprimere non solo la sua solidarietà ma anche per porre le basi per un tavolo che consenta alle istituzioni di trovare una soluzione per i migranti impegnati nella raccolta delle arance. “Per me oggi è un giorno di progettualità.-  aggiunge il presidente della Camera Fico – Qui parliamo dei diritti dei lavoratori. Siamo in una Piana che produce agrumi e arance meravigliose. Le aziende agricole hanno bisogno di braccianti che però devono essere garantiti nei loro diritti. Le aziende si devono occupare anche del vitto e dell’alloggio. Se non ce la fanno bisogna mettere in campo altre risorse. La bravura di uno Stato deve essere quella di riuscire a trovare soluzioni a problemi complessi. Dobbiamo anche parlare di grande distribuzione che abbatte i prezzi. Così le aziende non ce la fanno e poi la catena più debole, che sono i braccianti, vengono schiavizzati. L’Europa, come spesso accade, ci lascia soli. La politica nazionale e regionale devo dare una mano”

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