“Io uomo di sinistra? Sì, insomma, diciamo che ho preso la tessera del Pd, ma non so se valga molto questa categoria oggi. Penso che destra e sinistra siano due categorie superate nell’accezione novecentesca. Credo che oggi si possa condividere di più una linea tra un elettore di Forza Italia moderato e un elettore del Pd che tra questi due elettori e quello che stanno facendo M5s e Lega“. Sono le parole dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ospite de L’Aria che Tira (La7). L’esponente Pd parla della sua attività su Twitter: “Penso che i social oggi siano molto importanti e che vadano usati per interloquire e rispondere soprattutto a quelli che ti criticano. Non vanno lasciati ai populisti. Però vanno utilizzati in modo intelligente, cioè non per fare proclami, ma per rispondere a tutti i dubbi”. Circa il “fronte repubblicano”, rivendicato da Renzi, Calenda osserva: “Il nome non mi piace, ma condivido l’idea di riunire le persone che si riconoscono nel nostro posizionamento internazionale in Europa e nell’Occidente e nel fatto che la prosperità si fa con gli investimenti e l’industria e non regalando redditi. Il mancato accordo tra Pd e M5s? Una questione di coerenza. Abbiamo fatto la campagna elettorale, dicendo che la nostra idea di Paese è completamente diversa da quella del M5s. Da un lato” – continua – “ci sono il reddito di cittadinanza e l’assistenzialismo inventati, dall’altro, ci sono il lavoro, gli investimenti. Da un lato, c’è un’idea di democrazia di fatto gestita da una Srl, dall’altro c’è un’idea di forza delle istituzioni repubblicane. In più, col tavolo romano con Virginia Raggi, poi finito male, ho fatto esperienza del comportamento dei 5 Stelle. La realtà è che il M5s è molto bravo a rappresentare tutta la rabbia, il rancore, il desiderio di cambiamento, ma quando deve mettere in atto qualcosa, non riesce a farlo. Dopo due minuti, comincia a dirti che la colpa è tua”. E chiosa: “Credo che si andrà a votare piuttosto rapidamente, perché la Lega a un certo punto si sgancerà dal M5s e farà la sua strada pienamente sovranista e anti-euro. E noi dovremo prepararci a quella battaglia, che sarà decisiva come nel ’48, quando decidemmo di non stare nel blocco comunista

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