Un terremoto giudiziario che getta ombre, ancora una volta, sull’amministrazione di Grumo Nevano (Napoli). I finanzieri di Giugliano in Campania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del primo cittadino Pietro Chiacchio (già ai domiciliari dopo l’arresto dello scorso anno e sotto processo per corruzione), dell’ex sindaco Vincenzo Brasiello, attualmente responsabile dei procedimenti per il settore Igiene urbana al Comune di Marano, del comandante della polizia municipale Luigi Chiacchio, responsabile del servizio Ecologia e del vigile urbano Antonio Pascale, a cui da poco tempo erano stati revocati i domiciliari e che è imputato nello stesso processo che vede coinvolto il sindaco. Obbligo di firma, invece, nei confronti del precedente capo della polizia municipale e dell’amministratore della società affidataria del servizio di raccolta rifiuti del Comune.

L’INCHIESTA – Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord diretta da Francesco Greco, nascono da un esposto su presunte irregolarità in alcune gare di appalto per l’affidamento e la gestione del servizio di raccolta rifiuti bandite dal Comune di Grumo Nevano nel 2006 e nel 2013. Su richiesta del pubblico ministero Stefania Faiella, il gip del Tribunale di Napoli Nord ha disposto le misure di custodia cautelare eseguiti dai militari della guardia di finanza. Ai destinatari dell’ordinanza sono contestati a vario titolo e in concorso con altri i reati di peculato, turbata libertà degli incanti, frodi nelle pubbliche forniture, abuso d’ufficio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti e assenteismo.

LE PRESUNTE IRREGOLARITÀ – Dopo l’esposto presentato in Procura, gli inquirenti hanno verificato quanto segnalato. Al centro di tutto una turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di igiene urbana e gestione integrata dei rifiuti solidi urbani per il periodo 2013-2018 nel territorio di Grumo Nevano, una frode nelle pubbliche forniture relativamente al contratto di affidamento dei servizi di igiene urbana e gestione integrata dei rifiuti solidi urbani per il periodo 2006-2013 e un peculato derivante dalle maggiori somme corrisposte per il periodo 2012-2013 dal Comune di Grumo Nevano alla società affidataria del servizio. L’impresa, riconducibile al vigile urbano, avrebbe trasportato i rifiuti organici ad Acerra, fatturando però un importo maggiore previsto solo per il conferimento dei rifiuti fuori dalla Campania. Cosa che ha provocato un danno erariale di circa 130mila euro.

Rispetto ai due contratti per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti stipulati nel 2006 e nel 2013, è emerso che la società appaltatrice ha utilizzato automezzi non nuovi e di capacità inferiore rispetto a quanto previsto dai capitolati d’appalto. Dopo la firma del contratto del 2006, infatti, il Comune di Grumo Nevano ha pagato alla ditta appaltatrice il costo di ammortamento degli automezzi utilizzati senza poi provvedere alla loro acquisizione in via definitiva a conclusione del contratto stesso, come invece era previsto dal bando. Con l’accordo del 2013, poi, l’amministrazione comunale ha permesso alla società di impiegare quei vecchi automezzi per la raccolta dei rifiuti, pagandole per la seconda volta i costi di ammortamento. Dall’indagine, inoltre, è emersa l’esistenza di una società cartiera, intestata a un prestanome, ma di fatto gestita da un vigile urbano e da un altro dipendente del Comune di Grumo Nevano, attraverso la quale venivano emesse fatturazioni per operazioni inesistenti a favore di un’impresa che faceva capo allo stesso vigile urbano.

IL PRECEDENTE – Il sindaco di Grumo Nevano e il vigile urbano Antonio Pascale (insieme a un assistente della polizia penitenziaria in servizio presso il Tribunale di Napoli Nord e finito in carcere) erano già stati arrestati (ai domiciliari) il 26 ottobre 2017, accusati a vario titolo di corruzione, favoreggiamento personale, rivelazione di segreto d’ufficio e falso. Chiaccio e Pascale erano sotto indagini sempre per la vicenda delle gare d’appalto. Pur trattandosi di indagini coperte da segreto, però, erano note ai diretti interessati, tanto che nel maggio del 2017 i finanziari hanno ritrovato nell’auto del vigile urbano un appunto cartaceo dov’erano riportati dati informativi riguardanti il procedimento penale, oltre al nome del magistrato titolare dell’indagine. L’assistente della polizia penitenziario, che svolgeva l’attività di vigilanza presso gli uffici giudiziari di Napoli Nord, è stato accusato di essere l’artefice della fuga di notizie.

Articolo Precedente

Bonafede sbaglia, l’affidamento in prova al servizio sociale è una pena a tutti gli effetti

next
Articolo Successivo

Corruzione, il pm Ielo: “Servono flessibilità investigativa e benefici per chi collabora. O indagini più complesse”

next