di Gianluca Avagnina

La VI° edizione del National waiters’ day – la Giornata nazionale del cameriere – si è tenuta la scorsa settimana a Londra. L’evento, volto a celebrare tutte le persone che lavorano nella sale ristorante del Regno Unito, prevede una gara all’interno di Hyde Park, che i camerieri partecipanti devono completare correndo con un vassoio in mano con sopra una bottiglia d’acqua e un bicchiere da tenere in equilibrio.

Il National waiters’ day è nato da un’idea da Fred Siriex, maître d’hôtel francese e personaggio televisivo, che ha voluto creare una giornata per promuovere la figura del cameriere e invogliare le giovani leve a considerare una carriera nella “hospitality industry”.

Ho scambiato quattro chiacchiere con Antonino Forte, l’italiano vincitore della prima edizione, che è anche Assistant restaurant manager del prestigioso Galvin at Windows, ristorante stellato situato al 28° piano dell’Hilton Hotel di Park Lane a Londra. Gli italiani nel settore della ristorazione ed accoglienza, specialmente nella capitale, sono tantissimi e includono anche grandi nomi come il Maestro del tè del Ritz Giandomenico Scanu, che iniziò la sua carriera come aiuto cameriere.

Per Forte vincere la gara è stato inaspettato, ma lo ha reso molto contento e soddisfatto perché “questa giornata ha dato un valore e mi ha reso ambasciatore di questa professione, sotto un certo punto di vista. E anche le giovani leve hanno potuto prendere un esempio di come poter crescere nel settore dell’hospitality“. Dopo la vittoria è stato anche invitato a comparire in televisione con con Gino D’Acampo – famoso chef televisivo nel Regno Unito – e la sua foto è stata in Hyde Park per un anno.

La carriera di Antonino ha radici profonde. Tutto è iniziato quando aveva 12-13 anni e andava con i suoi ai matrimoni al ristorante: “Ero un po’ affascinato dalla figure del maître d’hôtel, dal savoir faire, dal modo in cui accoglieva gli ospiti”. Passando poi per l’alberghiero, corsi come assaggiatore di formaggio e olio, un corso da sommelier, diversi master sulle acquaviti, arrivano i primi riconoscimenti come la vittoria nella competizione con la Mira, (Associazione maître italiani ristoranti e alberghi) come migliore maître e sommelier d’Italia.

Nonostante tutto, però, mi confessa che vincere un campionato nazionale in Italia non gli dato lo stesso successo che vincere un riconoscimento nel Regno Unito: “Due pesi, due misure totalmente diverse per il rispetto di questo lavoro. Ma oggi sono qua, sono al 28° piano e, dopo quasi 7 anni che sono a Londra, sono alla guida di questo ristorante, quindi per me è una grandissima soddisfazione“.

In merito ai tanti italiani che lavorano nel settore nella Capitale inglese, Antonino mi confida che li vede tutti molto uniti tra loro: “Anche persone che sono arrivate qui al Galvin. Ci aiutiamo tutti e questo ci rende molto più forti, alla fine è forse proprio quello ci consente di arrivare a dei grandi risultati che ci fanno conoscere in tutto il mondo. Quindi viva l’Italia!”.

Nonostante riconosca che trasferirsi a lavorare a Londra nel mondo della ristorazione sia molto difficile e significhi mettersi in gioco in una delle vibranti e multiculturali capitali europee, ai ragazzi consiglia comunque l’esperienza, “ma devono considerare tanti sacrifici all’inizio e bisogna rifare un po’ la gavetta. La voglia di mettersi in discussione è fondamentale”.

Articolo Precedente

Barista in Thailandia. “La sfortuna mi ha dato il coraggio di partire. Qui pieno di riminesi: mi sembra di essere a casa”

next
Articolo Successivo

Maestra d’asilo in Germania: “All’inizio tanta solitudine. Ma ho tenuto duro e scoperto un mondo bellissimo”

next