Un bolognese di 59 anni è stato arrestato questa mattina dagli agenti della squadra mobile di Bologna e dell’Unità delitti insoluti. Si tratta di Stefano Monti, ritenuto l’autore dell’omicidio di Valeriano Poli, buttafuori anche lui bolognese ucciso sotto casa sua il 5 dicembre del 1999 con otto colpi di pistola. Il movente è stato individuato in una vendetta dopo una lite fuori da un locale, a marzo di quell’anno. A quasi 20 anni di distanza, le indagini coordinate dalla Procura del capoluogo dell’Emilia Romagna, hanno portato a una svolta nel cold case. Determinante è stato l’utilizzo di un’innovativa tecnica di comparazione tridimensionale, utilizzata per la prima volta in Italia in ambito forense, denominata Analysis of Virtual Evidence (cosiddetto ‘teatro virtuale’).

Una goccia di sangue sugli stivaletti della vittima, risultato riferibile a Monti, e un filmino amatoriale di un battesimo girato una ventina di giorni prima del delitto sono le due chiavi che hanno consentito agli investigatori della squadra mobile di Bologna di risolvere il cold case. Il filmino fornito da una persona vicina a Poli ha consentito di accertare, grazie alla rielaborazione della Scientifica e alle tecniche virtuali per riprodurre in 3d la calzatura, che il 21 novembre Poli indossava le stesse scarpe e che queste non erano ancora sporche di sangue. Il contatto tra omicida e vittima è dunque successivo.

La sera del 5 dicembre di 19 anni fa il buttafuori Poli, 34 anni, era appena sceso dall’auto per salire nel suo appartamento di via della Foscerara, alla periferia di Bologna, quando fu raggiunto da otto colpi di pistola calibro 7.65: uno lo colpì alla testa, uno al cuore e gli altri sei in diverse zone del corpo. Alcune settimane prima di essere ucciso, il buttafuori rimase coinvolto in una rissa davanti alla discoteca ‘Tnt’ in via Corticella, nella quale fu ferito un ventenne di Vignola. Nel periodo che ha preceduto la sua morte Poli era molto preoccupato. Aveva ricevuto minacce e intimidazioni: “Ho i giorni contati”, confidò a chi gli era vicino. Uno scenario che ha portato, insieme ad altri elementi, a contestare la premeditazione a Stefano Monti, 59 anni. Da marzo, quando ci fu una lite davanti a una discoteca dove Poli lavorava come buttafuori, la vittima ricevette spilloni e per posta bossoli, in una busta, poi risultati riconducibili all’arma del delitto.

 

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