Sono stato a Chiari (Brescia), alla Fiera del bambino naturale. Il parco è un incanto, Villa Mazzotti (proprietà del Comune a disposizione per iniziative cittadine) uno spettacolo che ospita questa due giorni. Mi aggiro con la famiglia: giochi di una volta, scacchi giganti, trottole, libri, falegnameria, go-kart a pedali, pedagogia, incontri, atmosfera, ma ciò che più colpisce è la presenza di bambini, tanti, e mamme, mamme che allattano: ti giri di qua e c’è un seno che allatta, ti volti di là e un bambino che ciuccia e di colpo l’Italia non è più quel Paese che invecchia.

Ecco un bel programma di governo: quello che mette i bambini al centro di tutto, che fa della scuola una famiglia allargata, che dà agli adulti l’aiuto per essere genitori, che investe nel sostegno alle famiglie affinché avere un figlio torni ad essere il futuro: un’occasione, non una minaccia. Ma un figlio è un impegno, sia economico che di tempo: materie prime che mancano nelle agende di chi conta ma non fa i conti con la realtà degli altri.

Nell’ostinazione di voler fare i grandi senza essere cresciuti abbastanza, la classe politica ringiovanisce, ma si arena nell’adolescenza quarantenne: figli di chi li ha partoriti. Mi guardo indietro prima di andarmene e penso all’orizzonte che avrebbe questo Paese. Usciamo dal parco e l’Italia riprende a invecchiare, nella realtà di un futuro in fuga perché non si fida di chi non sa fidarsi dei bambini.

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