Polemica accesa a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e Vittorio Zucconi, editorialista di Repubblica, sul governo Conte e l’accordo M5s-Lega. Zucconi sbotta quando Travaglio usa l’aggettivo “parafascista” in riferimento al contratto di governo: “Io non ho mai detto questa sciocchezza, te ne assumi le responsabilità”. “Io non sto parlando di te” – ribatte il direttore del Fatto – “Non ti ho citato. Ti vedo nervoso. Il tuo giornale stamattina ha scritto che questo è un governo tutto di estrema destra. Mi riferisco a queste critiche. Il ministro uscente Delrio ha detto che questo è un governo fascista. Benissimo. Salgano sulle montagne e se la prendano con Mattarella, che ha aperto la strada a un governo fascista”. E spiega: “L’istituto Cattaneo, vicino al Pd, ha fatto un’analisi del programma di governo e ha stabilito che non è affatto fascista, ma è un programma di centro con ampie punte molto progressiste sull’acqua pubblica, sui reati dei colletti bianchi, sul taglio di opere faraoniche inutili che prosciugano ulteriormente la spesa pubblica, sul reddito di cittadinanza. Ci sono anche punte di destra inquietanti” – continua – “e riguardano la legittima difesa, pericolose norme come quelle che vorrebbero limitare gli asili nido gratuiti ai cittadini italiani, come se i bambini stranieri avessero qualche colpa da espiare, e quella sciocchezza della pistola Taser nelle mani delle forze dell’ordine. Quindi, se vogliamo essere obiettivi, dobbiamo dire che questo è un governo di coalizione, nel quale c’è un partito di destra che conta la metà di quello che contano i 5 Stelle. E il M5s è accusabile di tutto, tranne del fatto che sia un movimento di destra o di estrema destra”. Travaglio chiosa: “In questo programma, a parte i punti discutibili prima citati, ci sono cose che sono attese dagli italiani da diversi anni, come la lotta alla prescrizione, alla corruzione, all’evasione fiscale, alle disuguaglianze, alle povertà. Se questo fosse stato fatto da chi ha preceduto questo governo, l’esecutivo Conte non sarebbe nato. Ed è ridicolo raccontare che sta arrivando Orban, che, tra l’altro, sta nel Ppe insieme a Berlusconi e alla Merkel”. “Ciò non toglie che Orban sia un fascistone”, ribatte la conduttrice Lilli Gruber. “Lo so benissimo” – replica Travaglio – “ma è uno dei migliori alleati della Merkel e di Berlusconi”

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