Quale governo sarà ce lo racconteranno solo i fatti. Non gli strali dei giornali o le cassandre pronte già adesso a dire che tutto andrà male. La strada, certo, è in salita. Le attese di molti cittadini sono altissime, l’avversione e la paura di altri è massima, mentre i soldi in cassa sono decisamente pochi. Ma in attesa di capire come davvero la neonata maggioranza gialloverde intenda tenere insieme i tagli alle tasse con gli aumenti della spesa sociale e degli investimenti previsti nel contratto di governo, noi almeno un punto di forza nel nuovo esecutivo lo vediamo. Un punto che da altri osservatori viene invece considerato una debolezza: la contemporanea presenza al tavolo del consiglio dei ministri di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Tutti o quasi dicono che Giuseppe Conte, il premier di mediazione autonominatosi “avvocato del popolo”, è destinato in mezzo a loro a fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro. Lo vedremo: la cronaca insegna che spesso è la carica che fa l’uomo. Ma in ogni caso è giusto sottolineare che oggi, dopo decine e decine di governi, formati da una moltitudine di partiti e partitini, l’Italia in è in mano a due sole sigle politiche, a due teste, a due leader. Se l’esecutivo riuscirà o fallirà dipende esclusivamente da loro. Non come in passato da forze che arrivavano a stento al 3 per cento e che ricattavano di continuo ogni maggioranza.

Non tutto quello che c’è nel contratto di governo ci piace. Per esempio l’idea di avere asili nido gratuiti solo per gli italiani, suona francamente razzista. Ma deve essere chiaro che non è invece razzismo far rispettare le regole e leggi che prevedono accoglienza e integrazione per tutti i profughi e per tutti i migranti regolari e il rimpatrio per gli altri. Allo stesso modo, anche se ci qui a ilfattoquotidiano.it ci siamo battuti e continueremo a batterci per i diritti civili (legalizzazione delle droghe leggere, suicidio assistito, matrimonio per coppie gay), non ci stracciamo le vesti nel constatare che tutto questo non è previsto nel programma. L’ultima legislatura ha permesso degli importanti passi avanti per merito del Partito Democratico. Il contratto tra M5s e Lega non ne prevede di indietro e va semplicemente rispettato. Il resto lo farà la società italiana di anno in anno più aperta in fatto di diritti: saranno i cittadini (non importa di quale fede politica) a dimostrare con i loro sentimento e i loro comportamenti che il pensiero da conservatore ultra-cattolico del neoministro leghista per la famiglia e la disabilità Lorenzo Fontana è assolutamente minoritario.

Per quanto ci riguarda, ora che c’è un governo noi possiamo solo dire che come sempre vigileremo. Con tranquillità e laicamente, con la consapevolezza che dopo il rifiuto del Pd di sedersi al tavolo solo per discutere un possibile accordo, in parlamento non vi erano altri numeri per far nascere un esecutivo. Sottolineeremo il buono che verrà eventualmente fatto e denunceremo il cattivo. Metteremo insomma i nuovi governanti alla prova. Per il bene non loro, ma nostro, c’è da augurarsi che riescano a superarla. Perché dopo tante parole d’ora in poi a parlare saranno solo i fatti.

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