Le persone non autosufficienti che vivono nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) hanno bisogno di un percorso individuale e specializzato per la loro assistenza. Attenzione 24 ore su 24 e alta professionalità sono i requisiti necessari per il personale dedicato alla cura di donne e uomini che vivono in condizioni molto difficili. Per sviluppare percorsi virtuosi a beneficio di anziani non autosufficienti, oltre che disabili e malati gravissimi, la residenza Anni Azzurri Parco Sempione di Milano ha organizzato il 25 maggio un incontro aperto a operatori sociosanitari e ai caregiver intitolato “Intelligenza emotiva: strategie operative per gestire le emozioni”. Il docente coordinatore dell’iniziativa Daniele Crosta spiega a ilfattoquotidiano.it che “la formazione dei professionisti che si occupano dell’assistenza all’anziano o alla persona con disabilità è fondamentale. Il filo conduttore della giornata sono state le strategie operative per gestire al meglio le emozioni dei caregiver. Loro sono dei protagonisti fondamentali per la qualità di vita di un paziente”. Lo psicologo con specializzazione in psicoterapia cognitiva-costruttiva spiega che “è molto importante saper gestire efficacemente la relazione interpersonale tra operatore e persona non autosufficiente. Il caregiver deve essere in grado di analizzare le proprie emozioni e saperle gestire adeguatamente. L’ospite delle residenze sanitarie deve rimanere al centro, anche se si tratta di un rapporto di assistenza comunque sbilanciato dalla parte del curante”. “Proprio per questo motivo – aggiunge Crosta al Fatto.it – è fondamentale fare formazione continua di alto livello per i caregiver, con l’obiettivo di aiutarli a sostenere situazioni delicatissime, che si ripetono decine di volte quotidianamente”.

In Italia, secondo i dati diffusi da Anni Azzurri, ci sono circa 8 milioni e mezzo di caregiver, di cui almeno 7mila in Lombardia che ogni anno assistono gli anziani non autosufficienti, e nella maggior parte dei casi si tratta di un familiare donna, con un’età compresa tra i 45 e i 65 anni. “Nelle relazioni che vengono a crearsi è significativo superare le difficoltà reali del paziente, che non vanno mai ignorate, cercando di comprende le diverse problematicità dell’altro. Per chi lavora con questi pazienti – afferma lo psicologo – è importante avere più capacità di letture e comprensione. Dietro ai degenti c’è sempre una difficoltà e un forte bisogno di aiuto, ma non bisogna dimenticare che anche gli operatori socio-sanitari vivono situazioni logoranti e devono essere in grado di gestirle con lucidità e competenza”.

Residenze Anni Azzurri è un gruppo italiano specializzato nell’assistenza agli anziani, per soggiorni temporanei o definitivi, che mette a disposizione circa 5mila posti letto. Tra i servizi sanitari e assistenziali offerti ci sono le cure mediche generiche e geriatriche, l’assistenza infermieristica, le attività fisiche semplici o di mobilizzazione e riabilitazione, il sostegno e tutela nelle attività quotidiane, ma anche l’assistenza nell’igiene e cura della persona, ristorazione con diete personalizzate e una serie di attività occupazionali.

Alcune tra le strutture sono anche attrezzate con nuclei specializzati per il trattamento di patologie quali Alzheimer e demenze, stati vegetativi, gravi disabilità, malattie neurodegenerative (es. SLA, sclerosi multipla), patologie psichiatriche. “In tutte le residenze – spiega l’ente di assistenza – , l’ospite è seguito in ogni aspetto della vita quotidiana: dallo svolgimento delle semplici attività di ogni giorno, alle esigenze mediche e riabilitative, fino al benessere psicologico e relazionale”. In Italia Anni Azzurri opera attraverso oltre 50 residenze sanitarie assistenziali distribuite fra Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche. Anni Azzurri è inoltre tra i fondatori di AGeSPI, l’Associazione Gestori Servizi Sanitari e cure Post Intensive costituita nel 2010 con l’obiettivo “di far convergere gli interessi di quanti investono nel settore sociosanitario nel promuovere e coordinare iniziative (convegni, ricerche, studi e workshop) che giovino al potenziamento della gestione e alla valorizzazione della funzione di assistenza e cura”.

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