Grecia nuovamente in sciopero contro le nuove misure di austerità previste dopo che, in estate, si concluderà il terzo e ultimo piano di salvataggio di Atene con l’uscita dal memorandum sottoscritto nell’agosto 2015. Sono chiusi uffici pubblici e scuole, i controllori di volo hanno incrociato le braccia per tre ore causando la riprogrammazione o l’annullamento di decine di voli e annullamenti, diversi treni sono stati cancellati e molti traghetti sono rimasti nei porti nel Mar Egeo e nel Mar Ionio, mentre i medici degli ospedali intervengono solo per le emergenze. Stop anche ai notiziari radio e Tv. “Stiamo protestando contro l’austerity, l’alta tassazione e la disoccupazione“, hanno dichiarato i rappresentanti delle sigle Gsee e Adedy, secondo cui dal 2010 i greci hanno perso oltre un quarto del loro reddito a causa della crisi finanziaria.

Circa 8mila persone, secondo le stime della polizia, hanno partecipato a una manifestazione di protesta indetta nella capitale dai principali sindacati. Fra cartelli di protesta con la scritta “niente riduzione salariale, nessun licenziamento, non saremo schiavi nel XXI secolo”, si sono registrati momenti di tensione solo quando la polizia è intervenuta con i lacrimogeni per impedire che circa 200 persone marciassero contro la sede della Confindustria greca.

Il governo Tsipras sta concludendo l’audit finale del suo terzo pacchetto di salvataggio concordato con i partner europei e supervisionato dal Fmi. Atene spera che la riunione del 21 giugno dell’Eurogruppo possa già valutare le misure. L’agenzia greca per le privatizzazioni ha annunciato la vendita di un ulteriore 5% del gruppo delle telecomunicazioni Ote alla tedesca Deutsche Telekom, che già controlla una partecipazione del 40% nella società. Il prezzo concordato è di poco superiore ai 284 milioni di euro, secondo l’agenzia.

Articolo Precedente

Grazie, Oettinger

next
Articolo Successivo

Governo, le parole di Oettinger non sono una svista. Ma l’Italia non è (ancora) la Grecia

next