Finalmente ci siamo. Si parte. E’ dal 20 aprile che lo dico e lo penso, e adesso,  dopo il via libera di Sergio Mattarella la pagina bianca scritta inequivocabilmente dagli elettori il 4 marzo sarà consegnata al Paese dopo circa 80 giorni. Per chi pensa che sia finita con il fango, le invasioni di campo, le intromissioni indebite, si può solo affermare mutuando uno slogan sessantottino: “Ce n’est qu’un début, continuons le combat!”.

Adesso comincia davvero la lotta che in queste prime fasi il primo e nuovo “governo geografico” dovrà affrontare contro l’esercito dei “nemici del popolo”. Chi sono? Mafie, lobby, multinazionali, alta finanza, banche spregiudicate, politici pregiudicati, che in questi anni hanno approfittato di ingenti risorse e stratosferici guadagni. La strategia della paura, appena accennata ma che continuerà in tutte questi primi mesi per esplodere nel nuovo anno in occasione delle elezioni europee, non è che all’inizio.

Adesso l’interrogativo è come si espliciterà l’attività dell’opposizione. Certo, una opposizione che griderà no al reddito di cittadinanza, no alla diminuzione delle tasse, avrà seri problemi di comunicazione. Ma ci abitueremo anche a questo. Un po’, mi sembra di essere tornato in Nord Europa, dove i politici non erano noti ed arrivavano in bus, taxi o bici. Il fatto che questo governo nasca (con l’incarico a Conte) il 23 maggio, nella giornata della legalità, è già un chiaro battesimo simbolico.

Adesso dobbiamo aspettare anche le conseguenze a cascata sui territori che già si annunciano positive. Il popolo riempie le pagine bianche e prova ad innescare strategie di cambiamento. Gli interpreti e i luoghi deputati devono realizzare queste richieste utilizzando la “balaustrata della Costituzione”. Guai, se non ci fosse. Il merito definitivo del M5S, che si conclude nella sua prima fase, è quello di aver accompagnato il popolo ad utilizzare la balaustrata costituzionale, impedendo drammatiche cadute nelle salite e discese sulle scale della democrazia che il nostro Paese ha più volte rischiato. Il fatto stesso che sia potuto nascere e crescere questo Movimento, rende viva, dinamica la nostra democrazia.

Non possiamo che ritenerci fortunati di essere nel Paese più bello del mondo dove i temporali passano come le nuvole, ma poi arriva il sole come vivessimo in un perpetuo “dopoguerra”. Non ci resta che rimboccarci le maniche e cominciare a ricostruire.

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