La rassicurazione sulla “collocazione europea dell’Italia”. Ma soprattutto il richiamo al “rispetto delle altre previsioni e regole costituzionali“. Sono questi, stando ai retroscena e a fonti del Colle, i passaggi del primo discorso di Giuseppe Conte su cui Sergio Mattarella ha esercitato in modo particolare la sua moral suasion durante le quasi due ore di colloquio con il docente di diritto privato incaricato di formare il nuovo governo. Interventi che esplicitano la necessità di “garantire agli italiani sicurezza finanziaria e all’Italia la fiducia dei mercati” e “rispettare i principi della Costituzione, compreso l’articolo 81 sui vincoli di bilancio“, hanno chiarito dal Quirinale. E giovedì mattina gli investitori e Bruxelles avevano reagito manifestando sollievo: il commissario europeo agli Affari Economici Pierre Moscovici ha twittato che “il fatto che Giuseppe Conte si sia pronunciato a favore di un dialogo con le istituzioni europee va nella giusta direzione” e lo spread, che mercoledì sera aveva chiuso a oltre 191 punti, in apertura è sceso sotto i 180.

Nel corso della giornata però il differenziale del rendimento tra i titoli decennali tedeschi e quelli italiani è tornato ad allargarsi, superando di nuovo quota 190 e chiudendo a 193 punti base. Un nervosismo dovuto al braccio di ferro in corso per la scelta del nuovo ministro dell’Economia, per il quale i leader di M5s e Lega insistono sul nome dell’economista anti euro Paolo Savona, e per la sfida lanciata da Matteo Salvini alla Ue. Riferendosi alle raccomandazioni arrivate mercoledì da Bruxelles, il numero uno del Carroccio ha fatto sapere: “L’Europa consiglia o meglio minaccia parlando di una manovra da 10 miliardi. Intendo fare l’opposto di quello che l’Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni”.

Nel frattempo la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager ha risposto, in conferenza stampa a Bruxelles, alle parole del responsabile economico della Lega Claudio Borghi sulla “necessità di rivalutare la mission” del Monte dei Paschi di Siena e “abbandonare l’idea di farci profitti vendendola a chissà chi”. Alla banca, ha ricordato, è stata concessa “una ricapitalizzazione precauzionale“, il che “significa che si tratta di una misura temporanea“, mirata a “ristrutturare ed avere una banca funzionante”, ma, una volta compiuto il risanamento, il Tesoro deve uscire dal capitale.

Il discorso riscritto durante il colloquio al Colle – Il premier incaricato, come raccontato dall’Ansa, mercoledì è “entrato al Quirinale con un foglietto” e ne è uscito “con due”. Durante l’ora e cinquanta trascorsa nello studio “alla vetrata”, alla parte concordata con Luigi Di Maio e Matteo Salvini si è aggiunta quella sulla collocazione europea dell’Italia, con il riferimento al fatto che “il governo dovrà cimentarsi da subito con i negoziati in corso sui temi del bilancio europeo, della riforma del diritto d’asilo e del completamento dell’unione bancaria“. Fonti del Colle hanno poi confermato, riporta l’agenzia, che il premier incaricato ha dato “ampie garanzie” su quelli che rimangono paletti assoluti del presidente: terrà conto delle “difficoltà dell’economia con la necessità di garantire agli italiani sicurezza finanziaria e all’Italia la fiducia dei mercati”. Ma anche della “necessità di rispettare i principi della Costituzione, compreso l’articolo 81″ sul pareggio di bilancio, introdotto nel 2012, in base al quale “lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”, e ogni legge – inclusa la legge di bilancio – che importi nuovi o maggiori oneri “provvede ai mezzi per farvi fronte”.

Il nodo del ministero dell’Economia. “Concordato che esistono alternative a Savona” – Questo è uno dei passaggi più delicati alla luce dei contenuti del contratto di governo Lega-M5s e delle riflessioni in corso sul nome del futuro ministro dell’Economia. Il Carroccio ha ribadito che continua a puntare sul nome di Paolo Savona, economista su cui Mattarella nutre però forti perplessità a causa delle posizioni anti euro e anti tedesche. Secondo il Corriere, Conte avrebbe “concordato con il capo dello Stato che esistono delle alternative, che i garante dei vincoli di bilancio può anche essere un’altra persona”. Stando al retroscena di Repubblica, Mattarella ha insistito sul fatto che “su alcuni ministeri servono garanzie e io avrò voce in capitolo”. E il professore “ha annuito”. E ancora: “Se ci sono, diciamo, delle personalità pirotecniche, rischia il Paese, lo sa”. Conte “ha risposto di sì”. La Stampa scrive che tra gli altri nomi che circolano ci sono quelli dell’economista Luigi Zingales e di Geminello Alvi, ex membro del Consiglio degli esperti del ministero dell’Economia. Che però a sua volta si è espresso contro la moneta unica: in un’intervista del 2016 a Libero, pur affermando che “abbandonarlo ora con un gesto unilaterale sarebbe folle“, ha auspicato un “doppio euro” in quanto “la nostra economia non è adatta a una moneta forte”.

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