Gli asteroidi sono costantemente monitorati e la Nasa tiene d’occhio da tempo Apophis, il gigante che nel 2029 passerà così vicino al nostro pianeta che la forza di gravità terrestre potrebbe deviarne la traiettoria. Nel frattempo la scorsa settimana un asteroide grande come la piramide egiziana di Giza ha ‘sfiorato’ la Terra passando a una distanza che è la metà di quella che separa il nostro pianeta dalla Luna. La riflessione che un giorno potremmo non essere così fortunati preoccupa la Fondazione B612, impegnata nella scoperta dei “near Earth objects” (Neo), cioè gli asteroidi che attraversano l’orbita terrestre e che potrebbero devastare l’umanità. Non il caso di Oumuamua che è ben lontano dai noi. 

La  Fondazione, che prende il nome dell’asteroide sul quale regna il “Piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupery, ha annunciato lo scorso 10 maggio una partnership con la York Space Systems, un’azienda di Denver che fabbrica piccoli satelliti della misura standard di 85 chilogrammi, per studiare la possibilità di costruire una flotta di mini cacciatori di asteroidi. La notizia è riportata sul sito di Science.

Per quanto riguarda la tecnica di osservazione, Ed Lu, cofondatore di B612, si è rivolto a Michael Shao, un astronomo del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa. Quest’ultimo ha messo a punto la metodologia chiamata “synthetic tracking”, che cattura fino a 100 istantanee in un secondo. Per cui un nuovo asteroide non appare in nessuna singola immagine, ma mettendo insieme le foto in migliaia di combinazioni. Shao ha simulato come potrebbero funzionare con questa tecnica 9 telescopi di 20 centimetri di diametro in orbita intorno al sole. In uno studio del 2015, ha fatto una proiezione in base alle quale la costellazione di satelliti potrebbe scoprire il 90% dei Neo di 50 metri di diametro e oltre in 5 anni, cioè tre volte più velocemente rispetto alle altre tecniche. Lo scopo della Fondazione è quello di compilare un catalogo di facile utilizzo degli asteroidi nelle vicinanze della Terra, una specie Google Maps del sistema solare.

Articolo Precedente

Neutrini trasformisti, l’esperimento del Cern conferma che hanno una massa. Si va verso una nuova Fisica

next
Articolo Successivo

Embrioni umani, scoperto il “regista” che decide il destino delle cellule

next