Fino ad oggi era considerato l’ultimo bastione democratico in una Toscana diventata contendibile nel giro di quattro anni: Livorno ai Cinquestelle, Pistoia ai Fratelli d’Italia, Cascina alla Lega. Eppure, ad un anno dalle elezioni amministrative del maggio 2019, Firenze potrebbe diventare solo l’ultima delle tante roccaforti espugnate nella (ex) Regione rossa. E a complicare la rielezione del sindaco Dario Nardella a Palazzo Vecchio adesso ci si è messo anche un vecchio compagno di partito: lo sceriffo Graziano Cioni. La sua lista civica Punto e a capo sta riscuotendo grande successo in città e proprio per questo il ritorno dell’ex assessore alla Sicurezza della giunta di Leonardo Domenici potrebbe strappare voti al Pd che a Firenze è diventato da tempo un tutt’uno con il renzismo. L’area di riferimento della lista è quella del centrosinistra ma la lista non correrà con il Pd in appoggio al sindaco Dario Nardella. Si potrebbe quindi ripetere ancora una volta lo schema ormai consolidato sia a livello regionale che nazionale: la sinistra che si spacca in campagna elettorale e corre divisa alle elezioni. Sullo sfondo i risultati delle elezioni politiche: per la prima volta il centrodestra ha vinto più collegi uninominali del centrosinistra (11 a 10) arrivando a sfiorare il sorpasso anche nel proporzionale. Qui dentro Firenze è rimasta tra le poche isole felici rimaste, insieme a Siena: adesso entrambe saranno messe a prova dalle Amministrative (la città del Palio andrà al voto il 10 giugno e si prevece un ballottaggio all’ultimo sangue tra Pd e centrodestra).

A Firenze la conferma di Dario Nardella potrebbe non essere una formalità. Di mezzo si è messo Cioni che ha organizzato la lista insieme all’ex direttore della Rai Toscana, Nicola Cariglia. Punto e a capo indica nel programma temi che definisce “dimenticati dalla sinistra”: sicurezza, salute, integrazione. Parole d’ordine che hanno contraddistinto tutta la carriera politica di Cioni che in città viene ancora chiamato “sceriffo” proprio per le ordinanze su mendicanti, lavavetri, bivacchi. Ed è d’altra parte in questa chiave che si può leggere la virata securitaria del sindaco Nardella negli ultimi mesi: le ordinanze contro i minimarket in centro, gli idranti antibivacchi sui sagrati delle chiese e la proposta di premiare i toscani nelle graduatorie per l’accesso alle case popolari. Il sindaco dovrà vedersela da una parte con un centrodestra che punta da sempre su questi temi e dall’altra con la lista di Cioni che ha iniziato mesi fa a puntellarlo su legalità e sicurezza.

Cioni è tornato sulla scena politica fiorentina a due anni dall’assoluzione nel processo sull’area Castello che lo vedeva imputato per corruzione e che nel 2008 gli costò la corsa alle primarie del Pd poi vinte da Matteo Renzi, che poi sarebbe diventato sindaco e molte altre cose. Tra i due esisteva un accordo emerso in una intercettazione telefonica proprio del processo Castello: “Bisogna che si corra tutti e due, Renzi e io: se vince lui gli fo da vicesindaco, se vinco io fa il vicesindaco lui” diceva Cioni al telefono. Poi lo Sceriffo fu costretto a ritirarsi e Renzi divenne sindaco pochi mesi dopo senza spendere una parola in difesa del suo amico. Adesso, dopo due anni di bordate a Nardella e al renzismo, Cioni ci riprova, magari tentando uno sgambetto agli ex compagni (di strada).

La pagina facebook “Punt’eaccapo” in poche settimane ha raggiunto i 5mila iscritti e i padrini politici dell’operazione hanno anche annunciato una grande assemblea pubblica dopo l’estate per scrivere il programma in vista delle amministrative. La lista civica di Cioni e Cariglia all’apparenza non sembra preoccupare il sindaco Nardella che ha deciso di incontrare lo Sceriffo a Palazzo Vecchio l’11 maggio: “Conosciamo bene Cioni e il suo spirito critico e sempre battagliero – dice una fonte di Palazzo Vecchio a ilfattoquotidiano.it – E’ bene che si rimettano in moto ambienti politici non proprio allineati: il confronto anche acceso ma costruttivo non è una minaccia ma un’opportunità”. In realtà, la candidatura civica di Cioni potrebbe mettere in grossa difficoltà il renzianissimo primo cittadino che intanto ha avviato la campagna elettorale. Tre i punti in agenda per rispondere alle critiche: aeroporto, tramvia e buche nelle strade.

Negli altri partiti, seppur ad un anno dalle elezioni, qualcosa già si muove. Molto attivo il centrodestra che sta già pensando al nome giusto da calare per conquistare Palazzo Vecchio dopo trent’anni di dominio incontrastato della sinistra. Il nome che più sta girando tra i dirigenti locali è quello di Deborah Bergamini, viareggina fedelissima di Silvio Berlusconi che nel 2013 l’aveva nominata responsabile comunicazione del partito. Alle elezioni del 4 marzo la Bergamini è stata una delle trascinatrici del centrodestra toscano: ha vinto nel suo collegio uninominale di Massa-Versilia. “Questa volta Firenze è contendibile davvero – aveva già detto all’epoca Bergamini – Si è spezzato un sistema di potere della città e della sinistra”. L’uscita della deputata viareggina però non è piaciuta agli alleati di Lega e Fratelli d’Italia che hanno attaccato “i personalismi” e il “balletto dei nomi” anteposti al programma di un centrodestra unito: “Sicurezza, legalità, riqualificazione delle periferie e recupero identitario del centro” ha tracciato la linea il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.

Tutto tace, invece, sul fronte del Movimento 5 Stelle che in Toscana alle ultime elezioni è andato peggio di molte altre parti d’Italia con il 24 per cento dei voti che scende al 21 per cento a Firenze (dato molto lontano dal 32 raccolto a livello nazionale). Nella “casa del renzismo”, i 5 Stelle non hanno mai sfondato. E sulla corsa a Palazzo Vecchio del prossimo anno peserà sicuramente il risultato delle amministrative in Toscana del 10 giugno: su 21 Comuni al voto solo in 5 (Impruneta, Massa, Pietrasanta, Pisa e Pescia) il Movimento ha presentato un suo candidato. Emblematico il caso di Siena dove la mancata certificazione dai vertici nazionali ha impedito all’attivista Luca Furiozzi di candidarsi sindaco nella città del Monte dei Paschi. A Firenze comunque nessun nome è stato ancora fatto: “Adesso non è il tempo dei candidati, si parla solo di programmi” commenta la consigliera Arianna Xekalos. Tra un mese, dopo le amministrative negli altri Comuni, tutto sarà più chiaro.

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