In pochi vorrebbero trasferirsi nel deserto più arido del mondo. Eppure per Mauro Barbieri, astronomo e appassionato del Ciclo di Dune, serie di romanzi di fantascienza di Frank Herbert ambientati in una landa arida e inospitale, trasferirsi nel centro del deserto di Atacama non è stato per niente un problema. “Il Cile è il paradiso per gli astronomi, circa il 70% dei telescopi nella Terra sono installati in Cile, questo perché il clima del nord del paese – poche nuvole, e poca umidità – è l’ideale per il nostro lavoro. Ed essendo la popolazione limitata, il cielo è molto buio”. Prima di trasferirsi a 12mila chilometri dalla sua compagna (“per nulla felice della mia scelta, anche se sa che in Italia non avrei alternative”), il 43enne nato a Padova e cresciuto a Limena, in provincia, ha passato due anni a cercare lavoro nel settore privato in Italia. “Devo dire che il livello di banalità a cui sono arrivate molte delle imprese con cui ho avuto colloqui di lavoro è la spiegazione del perché c’è ancora una forte crisi lavorativa in Italia. Sfortunatamente, le aziende  che si occupano di ricerca e sviluppo e che sono leader nei loro settori sono una piccola minoranza: la maggior parte delle rimanenti sono gestite da analfabeti funzionali”.

I concorsi in Italia? Alcuni candidati sono più privilegiati di altri

Un panorama che non faceva che scoraggiare il giovane ricercatore, che rifiuto dopo rifiuto ha iniziato a costruire la sua carriera accademica all’estero: Parigi, Marsiglia, Nizza e Rio de Janeiro. Ma, mentre le sue ricerche Oltralpe crescevano in numero, nei concorsi in Italia continuava ad arrivare tra i primi esclusi. “Alcuni candidati sono più privilegiati di altri”, lascia intendere il ricercatore. Molto più facile la via cilena: nel 2014 la vittoria di un concorso pubblico all’Università di Atacama, nella città di Copiapó, poi le valigie e di li a pochi mesi a Mauro è stato richiesto di creare un dipartimento di astronomia e scienze planetarie, oltre a un corso di dottorato, di cui ora è direttore. “Ho un lavoro gratificante che in Italia non sarei mai riuscito a realizzare”, racconta Mauro mentre sistema la spesa fatta in mattinata. Sul tavolo della cucina verdura (“un bene di lusso in Cile”), qualche taglio di ottima carne, che in terra cilena è decisamente economica, e molta frutta di cui da qualche anno ha riscoperto il sapore, stupendosi di quanto in Italia non sappia di nulla. Per altri servizi, invece, come la sanità e i trasporti pubblici, il 43enne rimpiange di gran lunga il suo Paese.

Ho un lavoro gratificante che in Italia non sarei mai riuscito a realizzare

Circondato da colorati laghi salati, spiagge oceaniche e parchi nazionale dove si possono vedere pinguini in amore e fenicotteri solcare l’Oceano, quando è in università l’astronomo coordina il lavoro dei suoi colleghi e studia modelli per rendere competitivo il suo dottorato in astronomia e scienze planetarie. Dal punto di vista scientifico, invece, il padovano si occupa della ricerca di pianeti extrasolari, ovvero dei pianeti che sono attorno ad altre stelle, oltre a studiare i corpi del sistema solare, specialmente Marte. “Vicino al deserto cileno ci sono terreni simili a quelli di Marte. Proprio qui, il prossimo autunno, inizieremo esperimenti legati alla ricerca di forme di vita che vivono in condizioni estreme”. Completamente dedicato al suo lavoro, unico vizio di Mauro è quello di tornare in Italia appena possibile per riabbracciare la sua compagna. “Nel mio ambito, gli italiani che scelgono di restare in Italia con contratti precari e senza alcune prospettiva di un impiego stabile lo fanno perché spinti dagli affetti e dalla famiglia”. Pensando a loro, Mauro non si sente fortunato, “perché per raggiungere la mia posizione ho dovuto sacrificare varie cose, e sono state rinunce di cui ho pagato tutte le conseguenze”.

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“L’Italia non offre opportunità a chi è qualificato. Ma se ho fatto carriera è grazie a chi ho incontrato nel mio Paese”

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“A Parigi insegno all’università, in Italia clima di sopraffazione. E in otto anni non ho mai pensato di tornare”

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