Un codice etico per i membri del consiglio dei ministri: via se hanno condanne, se sono massoni o sono in conflitto di interessi con “la materia oggetto di delega”. E questa una delle novità dell’ultima bozza del contratto di governo Lega-M5s, una versione su cui Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno discutendo in queste ore e che deve ancora ricevere il via libera ufficiale. Terminato il tavolo tecnico, ora rimangono da limare alcuni punti critici (circa 6) e poi si tratterà di lavorare per la scelta della squadra di governo e del presidente del Consiglio dei ministri. Nelle scorse ore era stata diffusa una prima bozza, pubblicata in esclusiva dall’HuffPost, in cui si parlava anche dell’uscita dall’Euro: questo punto è stato eliminato, ma sul rapporto con Bruxelles in tema di migrazioni e tasse si continuerà a parlare ancora.

Le limature finali che devono essere fatte e che potrebbero trasformarsi però in scogli, riguardano immigrati, possibilità di riforme in deficit, nodo Tav, flat tax, limite di due anni al reddito di cittadinanza. E si tratta, non a caso, dei temi di maggiore interesse delle due forze politiche. In particolare, sulla flat tax, si individuano “due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito familiare; un’aliquota fissa al 15% per le società”. Il M5s in una nota ha specificato che “le versioni del contratto di governo M5s/Lega rese pubbliche sono tutte bozze di ieri o di qualche giorno fa”. La bozza anticipata dall’agenzia Adnkronos, nello specifico, riporta la data di ieri, ore 18. Ma si tratta, spiegano fonti qualificate, del documento presente al tavolo tecnico di questa mattina. Solo le parti evidenziate in giallo e in rosso sarebbero state oggetto di modifica.

Codice etico: fuori dal cdm chi ha condanne o è in conflitto di interessi
Una delle novità più significative appunto riguarda il codice etico di chi farà parte dell’esecutivo Lega-M5s. Nel documento, che solo in alcuni punti -poche righe sottolineate in rosso su un totale di 40 pagine- non è definitivo perché in attesa del via libera di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si legge infatti che “non possono entrare a far parte del governo soggetti che abbiano riportato condanne penali, anche non definitive, per i reati dolosi di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (legge “Severino”), nonché per i reati di riciclaggio, auto-riciclaggio e falso in bilancio; siano a conoscenza di indagini o siano sotto processo per reati gravi (ad esempio: mafia, corruzione, concussione, etc.); appartengano alla massoneria o si trovino in conflitto di interessi con la materia oggetto di delega”.

Vaccini: tutelare equilibrio “tra diritto all’istruzione e diritto alla salute”
Una delle parti inserite in un secondo momento è quella che riguarda i vaccini. Per il momento però, stando alla bozza diffusa, si dice genericamente che “va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale a causa delle ultime disposizioni in materia di vaccini”. Questa parte del testo, presente al capitolo Sanità, è sottolineata in giallo, il che significa che dovrà esserci “un ulteriore vaglio”.

Taglio alle pensioni d’oro oltre i 5mila euro
Come anticipato dai 5 stelle in queste ore inoltre, c’è un capitolo che riguarda i costi della politica, partendo dalle pensioni d’oro. “Per una maggiore equità sociale, riteniamo altresì necessario un intervento finalizzato al taglio delle cosiddette pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati”. Nello stesso paragrafo si affronta il nodo dei costi della politica. “Riteniamo doveroso intervenire nelle sedi di competenza per tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi. Occorre inoltre ricondurre il sistema previdenziale (dei vitalizi o pensionistico) dei parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i componenti degli organi costituzionali al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche per il passato”.

Conflitto di interessi esteso a incarichi non governativi
Il capitolo che riguarda il conflitto di interessi, tema richiesto e ottenuto dai 5 stelle, esaudisce le richieste dei grillini. O comunque riprende la dicitura contenuta nella loro proposta di legge: “Intendiamo”, è scritto nel testo in discussione, “estendere l’applicazione della disciplina a incarichi non governativi, ossia a tutti quei soggetti che, pur non ricoprendo ruoli governativi, hanno potere e capacità di influenzare decisioni politiche o che riguardano la gestione della cosa pubblica, come ad esempio i sindaci delle grandi città o i dirigenti delle società partecipate dallo Stato”. “Abbiamo potuto constatare come il conflitto d’interessi nasca già nelle aule parlamentari, dove i legislatori sono, talvolta, i soggetti che versano in gravi situazioni d’incompatibilità”. “La stessa Giunta per le elezioni, organo anacronistico in quanto composto essenzialmente da politici – si legge – contribuisce a mantenere inattuata qualsiasi normativa in materia. Per risolvere il conflitto d’interessi, che spesso pregiudica l’azione della politica, intendiamo innanzitutto cambiare l’ambito di applicazione della disciplina estendendo l’ipotesi di conflitto oltre il mero interesse economico“. E chiudono: “Riteniamo, infatti, che debba qualificarsi come possibile conflitto di interessi l’interferenza tra un interesse pubblico e un altro interesse, pubblico o privato, che possa influenzare l’esercizio obiettivo, indipendente o imparziale, di una funzione pubblica, non solo quando questo possa portare un vantaggio economico a chi esercita la funzione pubblica e sia in condizione di un possibile conflitto di interessi, ma anche in assenza di un vantaggio immediatamente qualificabile come monetario”.

Nodo Tav e tv pubblica: la decisione spetta ai due leader
Nella bozza si esprime l’intenzione di bloccare i lavori per l’Alta velocità: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia, ci impegniamo a sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto”. Si tratta però di uno dei passaggi evidenziati in rosso, perché devono essere discussi dai due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Altro passaggio al centro del confronto dei due leader, la tv pubblica. “Per quanto concerne la gestione del servizio radio televisivo pubblico – si legge infatti – intendiamo adottare linee guida di gestione improntate alla maggiore trasparenza, all’eliminazione della lottizzazione politica e alla promozione della meritocrazia”.

Vincolo di mandato e taglio degli eletti
Come detto da Di Maio in giornata, si prevede anche una riduzione dei parlamentari. “Occorre partire dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori”. Nello stesso paragrafo si prevede inoltre l’introduzione del vincolo di mandato popolare contro i cambi di casacca, questo per i relatori del documento renderà “più agevole organizzare i lavori delle Camere” e “più efficiente l’iter di approvazione delle leggi, senza intaccare in alcun modo il principio supremo della rappresentanza, poiché resterebbe ferma l’elezione diretta a suffragio universale da parte del popolo per entrambi i rami del Parlamento e non se ne snaturerebbero natura e funzioni. Sarà in tal modo possibile conseguire anche ingenti riduzioni di spesa poiché il numero complessivo dei senatori e dei deputati risulterà quasi dimezzato”. Quindi il vincolo di mandato: “E’ necessario introdurre espressamente il ‘vincolo di mandato popolare’ per i parlamentari – si legge – per rimediare al sempre più crescente fenomeno del trasformismo. Del resto, altri ordinamenti, anche europei, prevedono il vincolo di mandato per i parlamentari; e noto l’articolo 160 della Costituzione portoghese, il quale dispone che il deputato decade dal mandato semplicemente se si dimette dal gruppo parlamentare del suo partito e contemporaneamente si iscrive al gruppo di un’altra fazione politica”.

Chiusura campi Rom irregolari
Altra novità riguarda la chiusura dei campi rom irregolari: “Ad oggi circa 40.000 rom vivono nei campi nomadi, di cui 60% ha meno di 18 anni. Necessarie azioni per arginare questo fenomeno sono: chiusura di tutti i campi nomadi irregolari in attuazione delle direttive comunitarie; contrasto ai roghi tossici; obbligo di frequenza scolastica dei minori, pena allontanamento dalla famiglia o perdita della potestà genitoriale”.

Abolizione Cnel e prevalenza della Costituzione sul diritto comunitario
Il contratto prevede anche l’abolizione del Cnel, già al centro del referendum costituzionale voluto da Renzi. Ma soprattutto si ipotizzano revisioni della Carta per mettere in discussione la prevalenza del diritto comunitario. “Altre questioni da affrontare in termini costituzionali – si legge infatti – sono: l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, istituzione rivelatasi inefficace rispetto agli scopi per i quali era stata concepita, e l’affermazione del principio della prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario, sul modello tedesco, fermo restando il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione”.

Verifica a metà mandato
“Le parti concordano sulla necessità di effettuare una verifica complessiva sull’azione di governo a metà della XVIII legislatura, allo scopo di accertare in quale misura gli obiettivi condivisi siano stati raggiunti e, se possibile, di condividerne degli altri. Gli esiti della verifica complessiva – si legge a proposito del check di metà mandato – sono resi pubblici sul sito internet del Governo”.

Via le sanzioni alla Russia
“E’ opportuno il ritiro immediato delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali (Siria, Libia, Yemen)”. Al capitolo ‘esteri’ quindi “si conferma l’appartenenza all’Alleanza atlantica – si legge – con gli Stati Uniti di America quale alleato privilegiato, con una apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia ma quale partner economico e commerciale”.

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