Amano Tucidide e Cicerone, sono cresciuti a pane e latino, trascorrono ore sulle declinazioni e sulle versioni, traducono il greco come se stessero parlando in inglese e in queste ore stanno gareggiando per conquistare il podio delle “Olimpiadi di lingue e civiltà classiche” organizzate dal ministero dell’Istruzione.

Sono i 125 studenti liceali più bravi d’Italia. Da mercoledì scorso sono tutti a Pavia, trasformata per quattro giorni nella capitale dei classici. E’ la competizione finale. Prima di arrivare nella città lombarda hanno superato le selezioni regionali e ora puntano al gradino più alto mettendosi alla prova.

Tre le sezioni di gara: lingua latina, greca e civiltà classiche. La prima è la più “affollata” con 77 aspiranti al titolo. In quattro ore hanno dovuto affrontare la traduzione di un testo in prosa nella rispettiva lingua di gara, accompagnato da un commento strutturato. Per mesi si sono “allenati” come uno sciatore che deve affrontare i campionati italiani: pomeriggi di studio. Ma a loro piace così. Non amano definirsi “secchioni”, preferiscono dire che sono appassionati alla materia. Spesso sono “figli d’arte” con dietro mamma o papà (magari entrambi) che conoscono il latino e il greco.

“Ho scelto il classico perché pensavo che potesse insegnarmi un certo metodo di studio ed è stato così. All’università vorrei fare matematica, – spiega Pietro Francavaglia, 17 anni, iscritto al quinto anno del liceo “Niccolò Forteguerri” – ma un professore davvero in gamba mi ha appassionato anche al greco e al latino”.

A chi dice che ormai sono lingue da abbandonare Pietro risponde: “Non è vero. Danno una forma mentis che aiuta in tutta la vita. Non servono per sapere delle nozioni ma per essere in grado di affrontare le difficoltà che qualsiasi studio pone. Sapere il greco e il latino arricchisce anche dal punto di vista umano”. Pietro ammette che per arrivare al suo livello ci son voluti anni di studio e critica le olimpiadi perché quattro ore per fare una traduzione sono poche. Ora va orgoglioso del fatto che a casa è lui ad aver “portato” il greco: “I miei genitori vengono da una formazione al liceo scientifico perciò sapevano solo il latino.

Anche Alessandro Bonbini è felice di essere a Pavia. Viene dal liceo “Vittorio Emanuele II” di Cesena e dopo essere arrivato primo assoluto alle regionali ora punta alla medaglia d’oro: “Poter essere oggi qui è un motivo di soddisfazione per me – racconta lo studente – ma anche per la mia professoressa. Questa manifestazione ricorda a tutti che ci sono ancora tanti giovani che intendono impegnarsi per preservare le lingue classiche”.

Alessandro, figlio di una madre che ha studiato al classico e di un padre che proviene da una formazione tecnica, è innamorato del latino e lo spiega così: “La forma della lingua, sintetica e logica, rispecchia in parte il mio carattere”. Ogni giorno dedica parecchio tempo allo studio del latino: “Adoro Cicerone perché è un uomo che si è impegnato in prima linea per la politica ma ha provato a correggere i vizi della classe dirigente del tempo. Ha saputo sacrificarsi per il bene dello Stato. È un messaggio che vale ancora oggi”.

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