“Da oltre 60 giorni chiedo alle forze politiche di firmare un contratto di governo per risolvere i problemi degli italiani. Ci abbiamo provato in tutti i modi. Nessuno si è seduto al tavolo in 65 giorni”. Esordisce così il leader del M5s, Luigi Di Maio, a Dimartedì (La7) nel commentare il bilancio degli ultimi due mesi post-elettorali. “Questi 65 giorni” – continua – “sono i giorni della verità, gli italiani capiscono perché i partiti stanno finendo. Questa gente se ne frega altamente degli italiani. Noi del M5S le abbiamo provate tutte quante. Non è che sono arrivato il 5 marzo e ho detto che dovete far governare noi o ci arrabbiamo. Ma ho detto: ‘Dialoghiamo’. Sono andato da Salvini e gli ho detto solo che non poteva chiedermi di fare il governo del cambiamento con Berlusconi. Se il problema sono io, gli ho detto settimane fa, faccio 100 passi indietro”. Poi ricorre a una metafora calcistica: “Abbiamo fatto i tempi regolamentari, il recupero, i supplementari e i rigori. E siamo sempre 0-0. Adesso si deve tornare a votare. La verità è che se Berlusconi avesse avuto i numeri con Renzi, avrebbe mollato Salvini cinque minuti dopo le elezioni del 4 marzo. Noi con la Lega nel programma avevamo punti in comune, come l’abolizione della legge Fornero e gli aiuti agli imprenditori oberati dalle tasse. Non hanno voluto fare alcun accordo. Ora se ci sono delle novità, devono andare dal presidente della Repubblica e spiegargliele per filo e per segno. Se c’è una persona cui stiamo minando la pazienza è il presidente della Repubblica Mattarella. Non credo sia il caso di andare avanti con le pantomime”

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