Benvenuti a Ten Talking Points, l’unica rubrica che quando sogna è in un dungeon con Mistress Rosario Dawson. Altre considerazioni.

1. Non ho visto Juve-Bologna perché, sabato sera, ero da Mattarella per le consultazioni. Rappresentavo, da solo, la Delegazione Nardella. Il Capo dello Stato ha convenuto con me: incarico a Nardella, che si prenderà tutti i dicasteri, si farà chiamare Walker Darius Ranger e spaccherà il culo ai passeri. Mattarella gli conferirà l’incarico domani, tutto l’arco costituzionale gli darà la fiducia e l’Italia diventerà la locomotiva del mondo. Con agio.

2. Ad agosto mi ero lanciato nel giochino dei pronostici. Non è che di solito ci prenda poi granché, ma così ebbi a vaticinare: “Juve prima, poi Napoli, Inter e Roma. Milan di sicuro fuori dalla Champions League, Lazio in Europa League, Allegri con due trofei certi su tre (il secondo era la Coppa Italia) e Champions League possibile”. Sono stato un buon aruspice.

3. Sconcertante l’evaporazione del Napoli dopo la vittoria nello scontro diretto. È come se, dopo il gol di Koulibaly, la gioia sia stata tale da svuotare l’ambiente. È risultata poi ferale la rimonta bianconera con l’Inter, che ha tolto ogni entusiasmo. Il pareggio di ieri non dice nulla: lo scudetto se n’era già andato con i tre gol di Simeone una settimana fa.

4. È ancora più sconcertante che qualcuno ora processi il Che Gue Sarri: il giorno in cui impareremo che arrivare secondi dietro uno più forte di te non è un’onta, bensì un merito, sarà sempre troppo tardi. La Juve è più forte, più strutturata e più abituata a certi livelli: dov’è lo scandalo? Il Commodoro Marxista ha fatto i suoi errori, su tutti lo sbracamento nelle Coppe e lo scarso uso delle seconde linee, ma la sua esperienza al Napoli resta straordinaria. Un mese fa ho scritto che se ne sarebbe andato: temo – per Napoli – che ormai sia una certezza.

5. Spalletti è riuscito ieri a qualificarsi definitivamente in Champions League. Nello scontro diretto contro la Lazio, orrendamente falcidiata dagli infortuni, vincerà in ciabatte con tripletta di Icardi. Il Marchiano Luciano, dopo i due mesi orridi di inizio 2018, ha saputo far crescere una squadra fin lì irrisolta. Non era facile: è un quarto posto meritato. E non mi stupisce per niente (a voi sì).

5 bis. Spalletti ha sempre una maniera tutta sua di comunicare gioia. Ieri voleva dire che l’Inter ha reagito bene alla delusione della partita con la Juve, solo che ha tradotto questo pensiero semplice in maniera appena criptica: “Hanno preso possesso del rimbalzo perché dipende da come te la lavori nella testa”. L’ermetismo del Montale, a Spalletti, gli fa una sega.

6. La Roma va in Champions League, dove senza un arbitro miope e con Var a quest’ora sarebbe in finale contro il Real Madrid (a sua volta eversore di frodo del Bayern). Onore e gloria a Di Francesco. Grande stagione.

7. Straziante finale di stagione per il povero Gattuso. Inutile quaterna al Verona. Il Milan perde la Coppa Italia, pur giocando alla pari con la Juve, e poi inciampa con Atalanta e Fiorentina. Risultato: squadra ottava, fuori da tutto. E Suso a giugno se ne va. Tutto è dolore. Ormai i milanisti non sono neanche più tifosi, ma piccoli Diogene di Sinope che rotolano dentro le loro strette botti, giù dalla rupe, tra stenti e rimpianti. Sangue ovunque. Moriremo tutti.

8. Scoppiettante telecronaca di Chievo-Crotone per Diretta Gol su Sky. Due passaggi in particolare: “Mischia laocoontica in area di rigore”. “Quella tra Cacciatore e Faraoni è una sfida culinaria, mica calcistica, ma va bene lo stesso”. Idolo assoluto.

8 bis. Che bello rivedere Pepito Rossi titolare e addirittura di nuovo segnante. Sia Lode.

9. Martirio in piena regola per l’Udinese, che le perde tutte dai tempi in cui Fantastico lo conduceva ancora Enrico Montesano. Non aiuta poi la grinta di Tudor, che dopo il Golgota con l’Inter si presenta ai microfoni sostenendo con l’allegrezza dei frassini morti che è normale per la sua squadra perdere così, considerato che gli altri sono molto più forti. Bravo Tudor: sa caricare l’ambiente come neanche Cuperlo.

9 bis. Vittoria pesantissima del Chievo su un Crotone poco fortunato. La Spal regna con sicumera. Verona oltremodo deludente. Atalanta sontuosa, Pioli erculeo, Cagliari straziato. Espulsione diversamente condivisibile di Pandev in Genoa-Fiorentina. Sassuolo salvo.

9 ter. (Momento Campanilismo Mode On). Eroica Arezzo, che si salva con indomito ardimento nonostante i 15 punti di penalità. Moscardelli sindaco subito.

10. Se proprio il Che Gue Sarri vuole andare via da Napoli e non sa cosa fare, può sempre buttarsi in politica e presentarsi alla prossima direzione del Pd col batacchio garrulo al vento. Per poi esordire al microfono così: “Renzi, tu finora eri abituato con quei cazzetti mosci di Orlando e Martina, ma adesso lungo il tuo cammino empiampente imperialista incontrerai uno come Me. E sarà allora che tu non avrai salvezza, giacché io di te farò scempio”. Lo voterei subito.

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