Un tempo c’erano gli uffici. Belli o brutti, che tu fossi un banchiere o uno del marketing ci entravi alle 9 del mattino e ne uscivi alle 18. Ecco, a intuito quel mondo è finito: siamo di fronte a un fenomeno di dematerializzazione degli uffici, meglio dire della loro necessità come sito operativo di lavoro, sta venendo meno in occidente.

Persino l’Italia, che nella classifica dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro (Ilo) risulta ultima in classifica, si comincia a capire che l’importante è fare
delivery (insomma consegnare il progetto). I vantaggi dello smart working sono diversi ed è bene dirlo, non sono adatti a chiunque. Risparmi tempo per i trasporti. In Brasile spingono molto sul tema dato che, per esempio, Rio è un casino e il modo più veloce di spostarsi da un palazzo a un altro è saltando su un elicottero e atterrando sui tetti dei grattacieli. Dato che il metodo, per quanto appaia figo, non è esattamente economico, al grosso della forza lavoro è dedicato una visione più smart.

In Danimarca e in Giappone lo fanno per risparmiare sui costi degli uffici. I lati positivi sulla produttività non mancano, a giudicare dai dati riportati nella analisi del governo inglese. Il concetto di smart working si può semplificare, dal punto di vista della logistica, in due grandi cluster: da casa tua oppure in un business center. Sul tema lavorare da casa si trova di tutto e di più ma è sul tema lavorare da un collettivo, un alveare che la cosa si fa interessante.

Per dirla in modo pratico nello smart working ci sono soldi da fare. Parlandone con Franco Riva (Cfo di Copernico) mi spiega che “da quando sono arrivato nel 2016 siamo passati dal gestire circa 26.000 mq a oltre il doppio nel 2018”. Lo smart working operativo, cioè l’allestire postazioni, non è solo un percorso lavorativo ma anche umano. “Elementi che creano dinamismo a completamento della filiera: bar, palestre, vicinanza con altre aziende potenziali clienti o fornitori, e un’attività di promozione e di eventi di contenuto di spessore a cui partecipano i singoli operatori di Copernico ed esterni. I clienti di Copernico partecipano a questi incontri a tema che sono eventi di contenuto; ne facciamo 150-180 all’anno che creano comunità”.

Se la formula “fuori ufficio” funziona all’estero, consideriamo We Work che macina utili meglio di Uber, il vantaggio per chi decide di lavorare in un centro è pratico: meno casini da gestire, una maggior interazione con i colleghi e, perché no, anche con vicini di area di un’altra azienda. “Scherzando sono solito dire che qui puoi anche trovarti la fidanzata” butta lì Franco. Ovviamente ci sono anche i risvolti della medaglia. Per chiunque sia abituato ad avere una visione standard del lavoro lo smart working può, sicuramente all’inizio, apparire stressante. Alcune “sicurezze” come il tuo ufficio la tua scrivania non ci sono.

Consideriamo un altro progetto, il Club House Brera, in zona Castello sforzesco. Più che ricordare un sito di smart working sembra un tipico club all’inglese. Tranquillo rilassato. Niente stress, un luogo dove si può anche andare a fare un aperitivo alla sera. Il successo di questo approccio del lavoro è l’evoluzione del lavoro come concetto di vita. Dato per assunto che il lavoro è parte di ognuno di noi, viverlo in un modo più piacevole, in un contesto che non sia la classica piccionaia o cubicolo stile fantozzi, risulta sicuramente più stimolante. Dai tempi del primo smart working strutturato, The Hub ormai un poco scivolato nell’ombra, di strada ne è stata fatta. Ma a giudicare dal livello di “saturazione” dei centri che offrono questo servizio lo smart working in Italia piace.

Ovviamente, data la tecnologia esistente, non è una soluzione di lavoro per tutti. Se si svolge un lavoro manuale (dalle costruzioni alla produzione industriale) la presenza fisica è ancora importante. Tuttavia come dimostra il caso di Rio Tinto (una delle più grandi aziende minerarie del mondo) si può anche guidare un camion da decine di tonnellate che trasporta minerali ferrosi stando seduti dietro a un computer a km di distanza. Tra qualche anno, perché no, ci si potrebbe trovare rilassati in una Club house a guidare 10 tonnellate di camion e poter dire rilassati “sai oggi lavorare in miniera è divertente”.

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