Ora che il campionato – insieme a questa rubrica – volge al termine e il Benevento si appresta a lasciare la Serie A, una domanda si leva al cielo (tra sciarpette e striscioni giallorossi) dagli spalti dell’instancabile tifoseria del Vigorito: come farete, sostenitori delle altre squadre, senza di noi?

Chi vi inchioderà a rocamboleschi cambi di risultato nel giro di pochi secondi? Chi vi farà provare sentimenti contrastanti tutti in una volta? Chi vi farà riflettere sull’imprevedibilità dell’esistenza? Chi vi farà strabuzzare gli occhi nei minuti di recupero?  E, soprattutto, chi tormenterà il sonno di Gennaro Gattuso facendolo sobbalzare in piena notte per lanciare urla disumane?

Senza il Benevento, la massima serie rinuncia a un importante protagonista che – incollato con tenacia all’ultimo posto della classifica – ha messo in difficoltà i grandi club e che si appropinqua ora a uscire di scena con la dignità dei grandi attori quando si defilano dal palcoscenico.

Senza deprimersi davanti ai dati ineluttabili della sorte, la formazione sannita sta dimostrando di non vivere passivamente il suo finale di partita. Tutt’altro. E in una stagione folle e massacrante, continua a lasciare il segno fornendo filo da torcere ai suoi avversari. D’altra parte, cari tifosi di altri colori, difficilmente dimenticherete una squadra in grado di battere tutti i record negativi della galassia e, allo stesso tempo, di far impensierire i club blasonati con mirabili tocchi di genio. Chi segnerà su colpo di testa del portiere?

E dove troverete, inoltre, dei tifosi come i nostri che continuano a cantare, imperterriti, sull’orlo della retrocessione?

Ritornerete alla routine della massima serie in cui è necessario (gattopardescamente) che tutto cambi affinché tutto resti uguale: le partite seguiteranno ad alternarsi tra match in casa e in trasferta, i capitani si scambieranno i gagliardetti, gli allenatori continueranno a sbraitare a bordocampo, i guardalinee solleveranno le bandierine per segnalare il fuorigioco, il quarto uomo non sarà mai settimo, Beppe Bergomi sarà sempre Beppe Bergomi.

Ma senza il Benevento, chi vi regalerà momenti di pura assurdità? Chi stravolgerà le categorie abituali con cui decodificate la realtà? Chi, dal basso, sovvertirà le leggi marmoree del campionato italiano con trovate imprevedibili?

Vi annoierete e le domeniche torneranno a essere tristi come per loro stessa natura dichiarano di essere. Eppure ogni tanto il prossimo anno il vostro pensiero sbadatamente tornerà a noi e forse, con un po’ di commozione, sorriderete ricordando questa squadra che vinto ha ben poco ma indubbiamente ha partecipato.

Ps: la sedicesima edizione del Premio Stregone va alla tromba d’aria che ha attraversato lo stadio Vigorito trasformando, in un baleno, una giornata di sole battente in un pomeriggio di pioggia e vento di indubbia origine (dato il genius loci) sovrannaturale e stregonesca.

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