Prima avanti, poi sotto nonostante il vantaggio numerico contro un’Inter tutto cuore, infine pareggio e sorpasso in 90 secondi. La Juve era a un passo dall’inferno, sconfitta a San Siro e con il Napoli pronto a prendersi il primo posto in classifica. E invece nel finale piazza l’uno-due che ribalta il risultato e ha il sapore dello scudetto. Non tanto per il vantaggio sulla seconda, perché la squadra di Sarri può rimanere incollata a un punto se saprà rispondere a Firenze. Ma per il modo in cui, ancora una volta, i bianconeri hanno saputo rialzarsi dopo quasi 100 minuti vibranti tra espulsioni, Var, autogol e rimonte.

Grazie a Cuadrado e Dybala, le mosse della serata ideate da Allegri che mettono lo zampino su tutti i gol, e a Higuain, che non segnava da una vita e piazza la zampata sullo scudetto nella serata più palpitante del campionato. Il big-match è di quelli che non ti aspetti, perché i faccia a faccia importanti in Italia sono sempre un po’ così, tanta tattica e poco spettacolo, e anche perché dopo poco più di un quarto d’ora la situazione dell’Inter è già complicata.

Il tempo di un giallo a Cuadrado e di prendere le misure a centrocampo, e la Juve è avanti. Proprio la posizione del colombiano, schierato da Allegri come quarto di difesa, diventa la mossa tattica che indirizza il match. Lo sarebbe già al 12′, ma il suo cross sorprende Cancelo e pure Manduzkic, che schiaccia debolmente di testa verso il centro favorendo l’intervento di Skriniar. Tre minuti dopo, invece, Douglas Costa è prontissimo a raccogliere il suggerimento-fotocopia e a scaricare di sinistro alle spalle di Handanovic. Il vantaggio diventa quasi il minore dei mali, con oltre 70 minuti davanti, quando pochi secondi dopo un pestone di Vecino a Manduzkic viene punito con il rosso da Orsato dopo il check davanti allo schermo del Var.

L’Inter impiega un altro quarto d’ora per riprendersi mentalmente dallo choc e trova il tempo per protestare su un fallo duro di Pjanic, già ammonito. Il segnale lo lancia Candreva con una botta da 30 metri sulla quale Buffon è costretto a intervenire. I bianconeri non hanno fretta, come spesso accade quando sono in vantaggio, e si limitano a contenere e ripartire.

Tanto la squadra di Spalletti con un uomo in meno a centrocampo è costretta agli straordinari per trovare spazi e troppo spesso si affida ai lanci lunghi e agli uno-contro-uno di Cancelo e Perisic, senza mai trovare il guizzo giusto per sfondare oltre la linea dei difensori nel finale di un primo tempo nervoso (tre ammoniti tra i bianconeri, “arancione” quello di Barzagli su Icardi) e con 6 minuti di recupero. Che diventano 7, perché al 49′ Orsato aspetta di nuovo il Var per decidere sul raddoppio in netto fuorigioco di Matuidi.

All’Inter servirebbe un flash, la giocata del singolo o su palla ferma. E arriva un mix: la base è la punizione tagliata di Cancelo, il resto lo fa testa di Icardi che stacca totalmente dimenticato dalla difesa bianconera. Minuto 52, ottavo gol dell’attaccante argentino alla Juve e tutto da rifare per la squadra di Allegri, troppo compassata nonostante il vantaggio numerico. Che Pjanic rischia – di nuovo – di vanificare, ma Orsato considera non da secondo giallo un intervento scomposto su Brozovic.

All’Inter importa poco, perché non si snatura. Anche dopo il gol, Spalletti ordina ai suoi di non rinculare. E se da un lato la scelta comporta dei rischi (Higuain si divora il nuovo vantaggio dopo essere sfuggito a Miranda e Skriniar), dall’altra i nerazzurri mettono sotto pressione la difesa bianconera. Che al 65′ cade di nuovo. Cuadrado terzino aveva pagato nel primo tempo, assai meno nella prima parte del secondo. Almeno quando Perisic lo punta e lo salta. Il cross basso e teso del croato incoccia sulle caviglie di Barzagli e finisce in rete. Sorpasso. San Siro esplode, e probabilmente anche un po’ tutta Napoli, spettatrice interessata. Siamo solo al primo colpo di scena della serata.

Dybala e Bernardeschi per Khedira e Manduzkic sono le forze fresche scelte da Allegri per riequilibrarla. L’argentino ci prova subito su punizione, ma Handanovic salva. Poi è Skriniar a far trattenere il fiato a San Siro per un tocco nella propria area. L’Inter trova anche il tempo di ripartire, ma dopo una sgroppata di 50 metri Icardi arriva tardi sul cross basso di Candreva. Negli ultimi dieci minuti, Allegri si gioca la carta Bentancur e Spalletti spedisce in campo Borja Valero al posto di Rafinha nel tentativo di aumentare la capacità di palleggio. E rinuncia anche a Icardi per Santon: cambio inspiegabile, attaccante imbufalito e difensore complice del sorprasso bianconero.

La Juve va in pressione disperata e funziona. All’87esimo Cuadrado, lanciato da Dybala, salta subito il terzino appena entrato e con un tocco deviato da Skriniar sorprende Handanovic. Basterebbe per punire il coraggio dell’Inter, invece Higuain ne ha ancora per il contropasso che tiene i campioni d’Italia al primo posto e assottiglia le speranze di Champions dei nerazzurri. Punizione battuto da Dybala, testa del compagno argentino e 3-2. Una prova di forza poco lucida ma efficace. Gli scudetti si vincono anche così. Il Napoli è avvisato.

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