Gli Stati Uniti avvertono l’Unione Europea: le esenzioni dei dazi su acciaio ed alluminio non saranno prolungate per la Ue oltre il primo maggio se non ci saranno concessioni in cambio. Lo ha detto alla Cnbc il consigliere economico di Trump, Larry Kudlow. “E’ molto importante che certi nostri amici facciamo delle concessioni su pratiche commerciali, tariffe e tasse. Per esempio, uno dei problemi è quello del trattamento equo per le automobili e noi vorremmo vedere qualche concessione dall’Europa”, ha spiegato Kudlow, direttore del Consiglio economico nazionale. Washington continua quindi a utilizzare quello dei dazi come principale paradigma negoziale nelle relazioni internazionali.

“Siamo preoccupati per questi sviluppi”, ha detto oggi il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, rispondendo alle domande poste dai cronisti nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di oggi del consiglio direttivo e segnalando che se, per il momento, la “retorica sul protezionismo” non sembra aver prodotto effetti sostanziali, quello che è noto è come una situazione di questo tipo possa impattare in modo “profondo e rapido” sul clima di fiducia e quindi sulle prospettive di crescita dell’area.

Il tema è all’ordine del giorno in tutti i tavoli che vedono protagonisti i leader degli Stati dell’Ue e la Casa Bianca. Angela Merkel è attesa venerdì a Washington per un ultimo tentativo europeo di convincere il presidente degli Stati Uniti a lasciar fuori l’Ue dai dazi, oltre che a salvaguardare l’accordo strategico sul nucleare iraniano. Il viaggio della cancelliera giunge poco dopo i tre giorni di visita di Stato negli Usa del presidente francese Emmanuel Macron, che nonostante la complicità mostrata con Trump non sembra avere ottenuto concessioni su questi due dossier cruciali. Anzi, al termine della sua visita l’inquilino dell’Eliseo ha dichiarato ai giornalisti che ritiene che il tycoon uscirà dall’intesa con Teheran, “per ragioni nazionali”.

IL NODO DEI DAZI SU ACCIAIO E ALLUMINIO – Merkel si fa poche illusioni, in particolare sui dazi su acciaio e alluminio europei. “Dobbiamo partire dal principio che i dazi arriveranno il 1° maggio“, ha dichiarato una fonte del governo tedesco coperta dall’anonimato. “Si vedrà cosa faremo”, ha aggiunto. A marzo il presidente Usa ha promulgato l’introduzione di dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio, accusando i suoi partner commerciali di pratiche sleali.

L’Ue ha beneficiato di un’esenzione in extremis fino al 1° maggio in cambio di una richiesta di maggiore apertura dei mercati europei. Gli europei hanno già annunciato che verrebbero imposte delle misure in risposta, prendendo di mira prodotti americani emblematici. E in cambio Trump ha evocato altre tasse punitive, in particolare contro il settore strategico dell’automobile della Germania, il cui surplus commerciale esaspera l’inquilino della Casa Bianca. “La posizione della cancelliera è che noi preferiamo negoziare, ma per questo ci vorrebbe un’esenzione duratura dai dazi”, ha spiegato sempre la fonte del governo tedesco, insistendo sull’augurio di “approfondire le relazioni (economiche, ndr) importanti e buone con gli americani”.

FRA MERKEL E TRUMP RAPPORTI FREDDI – Ostacolo aggiuntivo, per Merkel, è la freddezza del suo rapporto con Trump. Il loro faccia a faccia, d’altra parte, sarà ben lontano dal fasto riservato a Macron, e dovrebbe durare qualche decina di minuti venerdì pomeriggio. Prima e dopo la sua elezione il miliardario americano si è scagliato contro la Germania in generale, e la cancelliera in particolare. Motivi di critica, a suo dire, sono spese militari insufficienti, accoglienza pericolosa dei rifugiati musulmani e una politica commerciale anti-americana.

Berlino, alleato quasi incrollabile da 70 anni, si è ritrovato dunque spesso sul banco degli imputati con Trump accusatore. Nella visita di Merkel a Washington a marzo del 2017, Trump era sembrato ignorare degli appelli dei fotografi a stringere la mano a Merkel. Ed era stato teso anche l’incontro nell’ambito del G7 di Taormina sempre l’anno scorso. Nonostante tutto, “la relazione transatlantica è un tesoro che voglio coltivare e curare”, ha promesso Merkel la settimana scorsa.

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