È tutto così ridicolo. Che il 4 marzo non avremmo avuto un governo lo sapevamo già, che sarebbero stati necessari giorni e settimane, pure. Quello che non sapevamo (o fingevamo di non sapere) era l’infantilismo fin troppo spudorato di tutte, tutte le forze politiche.

Facciamo un ragionamento semplice e semplicistico, continuiamo con il verbo “sapere”. Io, tu, voi, tutti sapevamo che nessun partito avrebbe avuto la maggioranza per poter governare da solo. E ovviamente lo sapevano anche i 5 stelle con i ministri già scelti punto e basta, lo sapeva Matteo Salvini mentre si avvinghiava al Caimano, lo sapeva il Pd dai sondaggi terribili. Lo sapevano tutti che sarebbe stato necessario venirsi incontro. Eppure – otto settimane dopo – sembrano ancora tutti così sorpresi, incapaci di ipotizzare una soluzione che avrebbero già dovuto avere.

“Se il Pd va coi 5 stelle perde punti”, “Se i 5 stelle vanno con Silvio Berlusconi perdono punti”, “Se Salvini spacca la destra perde punti”. Così destra e sinistra plurialleate e 5 stelle pluriopinione barricano le loro percentuali dietro una ignota coerenza, come non capendo che nuovi punti potrebbero premiare l’umiltà di chi fa un passo indietro per farne due avanti.

Sergio Mattarella l’ha definita situazione di “stallo”, a me sembra di “irresponsabilità”.

C’è una guerra nel nostro mare, ci sono sottomarini nucleari nei nostri porti, c’è un Def (Documento di economia e finanza) da inviare, ci sono neolaureati che dappertutto brindano alla disoccupazione con la corona d’allora ancora in testa. E poi ci sono loro: incarichi esplorativi nati male, aperture con la condizionale, pantomime stantie al Quirinale. L’Italia che torna a vergognarsi.

Sia chiaro, non è una questione di fretta: il Paese non sta andando peggio di prima. È una questione di rispetto: signori, siete pagati per dare un senso al Parlamento in cui sedete. In quale azienda tre impiegati in brutti rapporti bloccherebbero la produzione perché incapaci di parlarsi?

Forse – e lo lascio volontariamente come ultima riga – è solo l’ennesima trovata elettorale per snervare i votanti fino a far digerire loro ciò che a febbraio non poteva essere detto. Forse, di governare, non c’è nemmeno voglia.

Italia è donna da corteggiare
Campagna elettorale perenne
Che nessuno vuole sposare:
governare per lasciarci le penne?

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Governo, dialogo con M5s? Scontro nel Pd. Franceschini: “Non si può dire solo no”. Marcucci: “Ok, ma pessimista”

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