Benvenuti a Ten Talking Points, l’unica rubrica che fa scorta di Pitaya. Altre considerazioni.

1. Nelle due gare più importanti della stagione, la Juventus è inciampata allo stesso modo: con due gol allo scadere. Per una squadra nata per vincere (in Italia), è qualcosa di inaudito. Di clamoroso, di inspiegabile. A questo punto può davvero succedere di tutto.

2. Il Napoli ha provato a fare la partita e la Juve ha provato ad addormentarla. Come nelle previsioni. Lo 0-0 sembrava lo sbocco naturale e per la Juve avrebbe significato scudetto sicuro. Invece Allegri, che ha impiegato sette mesi per decidere chi mettere al posto di Chiellini, sconta ora la croce: aveva 6 punti a 6 giornate dalla fine, a un certo persino 9 quando vinceva a Crotone e il Napoli implodeva con l’Udinese. E adesso se ne trova solo uno. Acciughina ha smarrito cinque incollature in tre giorni: colpa gravissima se alleni la Juve, dove concepiscono la sconfitta come Genny Migliore in mutande e infradito. Ovvero come una cosa oltremodo orripilante.

2 bis. La Juve è attesa ora a Milano dall’Inter. E alla penultima giornata, ancora in trasferta, affronterà la Roma. Il Napoli ha un calendario meno spinoso. Di fatto, per vincere uno scudetto che fino alle 22.30 di ieri era già suo, la Juve rischia di doverle vincerle tutte.

2 ter. Se la Juve perde un campionato così, non dico che è il 5 maggio bianconero ma quasi.

3. Allegri aveva preparato una barricata così catenacciara e passiva che, per tutta la partita, Reina è stato al telefono con Mattarella per dargli consigli su come uscire dallo stallo.

4. Il Che Gue Sarri, quando ha visto Koulibaly librarsi in volo come un gabbiano definitivo, all’apparenza ha esultato sobriamente. Ma dentro no: dentro aveva più smottamenti del vulcano Tambora nel 1815 in Indonesia. Se il Commodoro Marxista vince lo scudetto, come minimo per festeggiare corre nudo per tutta la Costiera Amalfitana col batacchio garrulo al vento, cantando l’Internazionale e gridando “No pasaran” come se non ci fosse un domani.

5. Roma e Lazio continuano a spezzare le reni ai rivali, ma tutto risulta inutile come un mandato esplorativo della Casellati perché l’Inter le vince tutte. Gli uomini di Spalletti sono già certi della quarta posizione, ma in virtù del Decreto Pucci del 12 dicembre 1768 sono già anche terzi ontologicamente. L’Inter arriverà dunque terza e quarta contemporaneamente. Quindi niente Champions l’anno prossimo per le romane.

6. Il migliore in campo del Milan col Benevento è stato Calhanoglu, che infatti non giocava. Il Milan è settimo a -4 dall’Atalanta, tenendo conto che i ragazzi di Gasperini giocheranno in casa lo scontro diretto tra due settimane e faranno scempio dei rossoneri. La Juve in finale di Coppa Italia potrà scegliere se vincere di goleada o di cinismo. Quindi, per andare in Europa (League), al Milan non resta che pregare in aramaico che Fiorentina (scontro diretto all’ultima giornata) e Samp non le tolgano la settima piazza.

6 bis. Per dirla in breve: un’altra annata di merda. Agili, in scioltezza e media atarassia.

7. Gattuso soffrirà sempre con De Zerbi perché pagherà in eterno la vittoria irripetibile nei playoff del suo Pisa contro quel Foggia lì, che giocava da Dio ma sotto porta si faceva più seghe mentali di Diego Fusaro a L’aria che tira.

8. Oddo le perde tutte da quando nei Radicali c’era ancora Capezzone. Zenga sciaborda cipiglio d’altri tempi. Il Cagliari non vince mai. Cadono con efferatezza Chievo e Spal. Sassuolo salvo. Onore e gloria al Benevento, retrocesso con onore. Stasera Genoa-Verona. Gasperini di nuovo in Europa, Mazzarri di nuovo a casa sua.

9. Ultimamente Higuain è decisivo come la Meloni nel centrodestra.

10. Netflix ha ufficializzato la terza stagione de La casa di carta. Stavolta la banda del Professore cercherà di rapinare il luogo più sicuro del mondo: il tinello di casa Nardella. Inizialmente Nardella cercherà di resistere ai rapinatori felloni, vestito da Rambo in bermuda e brandendo la spada di Hattori Hanzō rubata alla Morani. Poi si romperà le palle anche lui e andrà a comprarsi un gelato da Grom con Helsinki e la Meli. A lunedì.

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