di Benedetto

Sembra che i tangheri di Lucca, quelli del video “Chi comanda qui”, verranno sospesi, sospensione che – date le modalità – porterà forse alla bocciatura. Quindi sarà una bocciatura per così dire, preterintenzionale. Come dire che un tale comportamento è passibile solo di sospensione, non di bocciatura. Valutazione che più avanti – spero di no – porterà a dire che sì, ma, però, tutto sommato sono stati già sospesi: vorrai mica pure bocciarli, vero?

E i pargoletti? Qualcuno pensa seriamente che una sospensione, seguita forse da una bocciatura, possa preoccupare cialtroni di questa fatta? Possa portarli ad una qualche sorta di ravvedimento? Io immagino che ora saranno al bar o sul muretto a guardarsi e riguardarsi il video ridendo, gran pacche sulle spalle e congratulazioni vivissime al capo-mascalzone. E da bocciati si ripresenteranno – stessa scuola, stessa classe, stessi professori – con una medaglia in più: Memento audere semper ché tanto nulla succede, al massimo ti infliggono una vacanza fuori programma, detta sospensione, e forse forse, se sei fortunato, anche la sinecura di ripetere l’anno.

Perché tanto a scuola ormai non succede più nulla che non vada a genio agli alunni. La punizione (“azione o provvedimento dannoso nei confronti di qualcuno, applicato come mezzo di correzione”) non esiste più, nessuno (e non solo nella scuola!) paga più per gli errori volontari commessi, per i danni provocati. Alle medie nessuno viene più bocciato; se un professore osa dire qualcosa rischia legnate se non sfregi con un coltello, il tutto mentre il ministro bada a legittimare l’uso del cellulare in classe, provvedimento indispensabile, con il quale si aggiusta tutto.
Perché invece non vengono studiate e introdotte pene al passo dei tempi, pene che possano essere significative per chi le subisce e che siano veramente punitive.

Se fosse introdotta la pena del ravvedimento pubblico via Youtube, un “Mi pento e mi dolgo” pubblico (sì, sì proprio modello gogna)? Studiata in modo che diventi – come ora si dice- virale. E se fosse comminabile l’interdizione all’accesso a Internet quindi ai vari Facebook e altri social network, per un congruo (e pesante) periodo? O la creazione di comunità di disintossicazione nelle quali internet è bandito alle quali affidarli?

Sarebbero pene fuori luogo? Immagino le contestazioni degli obiettori in servizio permanente effettivo sul ledere i diritti dei delinquentelli, sul provocar loro danni irreversibili dovuti all’astinenza, ma sarebbe sufficiente capire da chi vengono queste obiezioni per cassarle a priori. Rispolverare insomma ad azioni tese a far capire coscientemente che chi di spada ferisce di spada perisce (figurativamente, mi raccomando).

Il blog Utente Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’abbonamento Sostenitore e diventando membri del Fatto social club. Tra i post inviati Peter Gomez e la redazione selezioneranno quelli ritenuti più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Se vuoi partecipare sottoscrivi un abbonamento volontario. Potrai così anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione, mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee, sceglierai le inchieste che verranno realizzate dai nostri giornalisti e avrai accesso all’intero archivio cartaceo.

Articolo Precedente

Insegnanti donne in pensione prima degli uomini (per legge). E il giudice condanna il Miur per discriminazione

next
Articolo Successivo

Diplomati magistrali, Avvocatura dello Stato: “2mila insegnanti subito esclusi dalle graduatorie”. Rischiano in 10mila

next