130 milioni. Ovvero la somma del reddito pro capite di oltre 12mila abitanti di Caltanissetta. Ecco quanto ha vinto il fortunato (o la fortunata) nisseno al superenalotto.

130 milioni, meno qualche milione di tasse ad essere sinceri, arrivano, quindi, in un Comune di 62mila abitanti nel cuore della Sicilia. Un Comune e un territorio devastati da un sogno industriale che ha prodotto solo inquinamento, macerie e devastazione, record di disoccupazione e rischio povertà assoluta.

130 milioni dicevamo, molti di più di quelli erogati da Stato e Regione per fantomatiche campagne e bandi.

Ma cosa si può fare a Caltanissetta con quella cifra? Ad esempio potresti decidere di sostituirti alle istituzioni e finanziare la messa in sicurezza della viabilità provinciale. E non solo provinciale considerando che all’intera Sicilia sono stati destinati a febbraio scorso 179 milioni per strade e ferrovie.

Oppure si può finanziare l’opera di collaudo e manutenzione delle dighe e degli invasi in provincia di Caltanissetta. Vuote quando c’è siccità o, uno dei tanti paradossi siculi, da svuotare quando piove perché con capacità di invaso limitate da fango, detriti e incuria. Basterebbe molto meno dei 130 milioni vinti. E con quello che avanza si potrebbe, dopo circa 40 anni dalla chiusura, procedere alle bonifiche dei siti minerari situati attorno alla città. Bonifiche per cui sono stati stanziati spiccioli. Nel migliore dei casi.

Eh sì, perché Caltanissetta è stata anche terra di miniere. Terra di zolfo e “carusi” ( bambini) mandati a lavorare e a morire nelle miniere per un tozzo di pane. Terra di emigrazione forzata. Tanto da spopolare città e paesi. Negli anni del Novecento e ancora negli ultimi anni. Con un tasso che sfiora i 3 emigranti per mille abitanti. Tanto da richiedere la necessità di appositi bandi per “ripopolare e rivitalizzare” il centro storico, per altro adorabile quanto misconosciuto. Con 130 milioni si coprirebbe 5200 volte l’importo di 25mila euro dell’unico bando che, con sforzi, il comune di Caltanissetta è riuscito a mettere in piedi.

E magari, perché no, riuscire in un’impresa storica: portare l’acqua nelle case dei nisseni. 130 milioni sono quasi 13 volte l’ammontare degli investimenti quadriennali di Caltaqua (la società che si occupa della gestione delle risorse idriche nella provincia) per manutenzione della rete, fonti approvvigionamento, depurazione. 13 volte l’investimento sulle risorse idriche e quasi 10 volte lo stanziamento della Regione siciliana per l’intera provincia in materia di interventi per il potenziamento dei servizi di pronto soccorso, tecnologie e strutture in ambito sanitario.

Parrebbe, in buona sostanza, che oggi l’unico modo per provare a salvare un territorio sia quello di vincere una lotteria o il premio dell’superenalotto. Che poi la lotteria è esattamente il gioco che fanno migliaia di nisseni, e di siciliani, in cerca di un lavoro ogni giorno che Dio manda in terra. E le probabilità statistiche non si discostano di molto da quelle necessarie per indovinare la sequenza dei numeri.

Articolo Precedente

Busto Arsizio, crolla controsoffitto in scuola elementare: tre bambine ferite lievemente

next
Articolo Successivo

Bullismo a scuola, nuovo video degli studenti di Lucca. La testata col casco al professore in cattedra

next