“Forse rimarrà un mistero, ma dobbiamo arrivare a una verità credibile. Quella che ci hanno raccontato fino ad oggi non lo è”, dice il giornalista de Il Fatto Quotidiano Davide Vecchi a margine dell’incontro “ll caso David Rossi. Le inchieste, gli errori investigativi, la ricerca della verità” al Festival del giornalismo di Perugia, al quale hanno preso parte anche il direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez e Antonino Monteleone de Le Iene in collegamento Skype. Le indagini sulla morte di David Rossi, il manager del Monte dei Paschi di Siena trovato morto la sera del 6 marzo 2013 nel vicolo sotto la finestra del suo ufficio, sono state archiviate per due volte dalla procura di Siena come suicidio. Sotto la lente d’ingrandimento del lavoro giornalistico, anche l’operato della magistratura, a partire dal libro di Davide Vecchi “Il caso David Rossi, un suicidio imperfetto” (Chiarelettere, ottobre 2017). Vecchi è stato rinviato a giudizio d’ufficio dalla procura (senza querela di parte) insieme ad Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, per poi essere entrambi assolti con formula piena. “Ora sono arrivate le motivazioni dell’assoluzione”, dice Davide Vecchi. “Un magistrato un bel mattino si è svegliato e ha deciso di indagare la vedova con l’accusa infamante di voler lucrare sulla morte del marito”. Una vicenda “kafkiana”. “Ci sono magistrati che, come dimostra la sentenza di assoluzione di Davide hanno agito in spregio della conoscenza delle leggi. È un processo che non doveva essere fatto e – si legge – il magistrato ha ignorato le basi della legge, compreso l’articolo 21 della Costituzione” QUI il video integrale dell’incontro con Davide Vecchi e Peter Gomez

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