Si chiama Herbert Diess il nuovo grande capo del Gruppo Volkswagen, già ad del marchio omonimo: ha 59 anni e sostituisce il sessantaquattrenne Matthias Müller. Quest’ultimo, ex numero uno di Porsche, aveva preso le redini del colosso tedesco subito dopo la deflagrazione del caso dieselgate. Incarico – ereditato da Martin Winterkorn – che ha mantenuto due anni e mezzo, portando VW group fuori dalle secche e dando avvio al processo di elettrificazione della gamma. Un’impresa compiuta, specie se considerata coi bilanci alla mano: nel 2017 VW Group ha venduto 10,7 milioni di veicoli, 13,8 miliardi di profitti operativi (al netto delle spese lo scandalo emissioni) e un risultato netto di 11,6 miliardi (5,4 nell’esercizio precedente). Numeri record.

Tuttavia sembra che ora la riorganizzazione delle attività del Gruppo abbisogni di un nuovo leader per far brillare ulteriormente i conti di VW e massimizzare il ritorno per gli azionisti: a condurre il nuovo assetto societario sarà, quindi, Diess. Il manager tedesco ha gestito il brand Volkswagen mentre era nell’occhio del ciclone dieselgate ed è stato artefice di una ristrutturazione importante per la marca, passata anche per il taglio del personale e dei costi produttivi. Un uomo in grado di spremere ulteriore valore dal gigante europeo dell’auto, sulla falsa riga di quanto fatto con la marca che ha guidato: non è un caso che il mercato azionario abbia risposto positivamente all’avvicendamento apicale.

Del resto, è lo stesso Gruppo a parlare di un cambiamento “molto radicale” della struttura societaria, che inizierà con la formazione di tre gruppi di marchi: uno per i brand che generano volumi di vendite (include VW, Seat e Skoda), uno dedicato al mercato premium (Audi) e uno al superpremium (Porsche, Bugatti e Lamborghini). Una maniera per rendere più definiti e redditizi i rispettivi profili operativi. Sulla lista delle “cose da fare” per Diess c’è anche lo scorporare il business dei mezzi pesanti della divisione Truck & Bus (veicoli commerciali VW e camion Man e Scania): primo passo per la quotazione in Borsa, auspicata da molti analisti.

Il cambio della guardia al vertice comporta, a pioggia, nuove nomine per i manager a capo dei 12 marchi del Gruppo: lo stesso Diess sarà responsabile anche delle attività di Ricerca e Sviluppo e per quanto concerne la connettività dei veicoli. Rupert Stadler invece, alle redini di Audi, curerà le vendite dell’intero gruppo. Oliver Blume, Ceo Porsche, sarà reggente delle attività produttive, mentre il direttore finanziario Frank Witter gestirà pure l’Information Technology. Ciò, secondo le aspettative dei tedeschi, dovrebbe semplificare la gestione delle attività, ottimizzare le sinergie e, come detto, proiettare VW verso una nuova fase della sua storia.

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