Un gruppo di giovani che voleva fare delle rapine usando lo spray urticante. Sono sette le persone arrestate con l’accusa di aver scatenato il panico in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League. Un’operazione della questura e della procura di Torino ha portato a sei arresti in carcere, uno ai domiciliari e tre obblighi di presentazione alla pg. A coordinare le indagini sono il procuratore Armando Spataro e i pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo. Quattro degli arrestati “erano certamente in piazza San Carlo e certamente usavano spray per le rapine”, ha detto il procuratore in conferenza stampa. Due di loro sono accusati di omicidio preterintenzionale: il reato si riferisce alla morte di Erika Pioletti, che era fra i presenti. Uno dei fermati ha confessato. Oltre alla rapina sono contestate le lesioni nei confronti di circa 300 persone.

Secondo polizia e procura, sono loro i responsabili di quanto successo quella sera mentre veniva proiettata la partita tra Juventus e Real Madrid: una folla che improvvisamente ha iniziato a spingere, ha sfondato le barriere ed è scappata via, per motivi fino ad oggi mai chiariti, provocando 1500 feriti e la morte della donna. “Per noi non cambia nulla: Erika, purtroppo, non ce la restituisce più nessuno”. Angelo Rossi, zio della vittima, commenta così gli arresti . “A giugno saremo a Torino, con i genitori di Erika, per la posa di una targa ricordo”.

Il gruppo, che avrebbe già commesso rapine analoghe in altri grandi raduni pubblici, è stato individuato grazie alle intercettazioni telefoniche nel corso di un’altra indagine: stavano parlando di una collanina, rubata in piazza, del valore di diverse centinaia di euro. In base a quanto si apprende, sarebbero tutti maggiorenni e di origine magrebina.

“Per noi è motivo di orgoglio che le donne e gli uomini della Questura di Torino abbiano individuato il gruppo di balordi che ha trasformato una festa sportiva in orrore”, affermano il segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Enzo Marco Letizia, ed il segretario generale del Siap, Giuseppe Tiani. “Le indagini mostrano che la paura fu innescata da un’azione criminale nella folla, quindi il panico non si auto-innescò ma fu l’effetto domino dell’uso scellerato di spray urticante per commettere una rapina”, aggiungono.

A distanza di dieci mesi dalla notte di piazza San Carlo la procura di Torino comincia a tirare le somme anche per l’altro filone dell’inchiesta, quella per disastro, lesioni e omicidio colposo che riguarda l’organizzazione della serata. Giovedì la sindaca M5s Chiara Appendino ha ricevuto il rituale avviso di conclusione delle indagini preliminari. “Resto a disposizione della magistratura, come lo sono sempre stata”, ha commentato la prima cittadina. Stesso avviso anche per altre 13 persone: l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana con il direttore Paolo Lubbia e la dipendente Chiara Bobbio, l’allora questore Angelo Sanna con due dirigenti, i responsabili e collaboratori di Turismo Torino, la partecipata del Comune organizzatrice della serata-evento.

“Voglio esprimere il mio apprezzamento per il rispetto istituzionale manifestato dalla sindaca, dal questore” e dagli altri soggetti toccati dall’inchiesta sui fatti di piazza San Carlo. Lo ha detto il procuratore Spataro nel corso della conferenza stampa. Appendino ha ricevuto un avviso di chiusura indagine. “Non è frequente – ha aggiunto il magistrato – trovarsi di fronte, in questi frangenti, a manifestazioni di rispetto istituzionale“.

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