Tre riunioni in una settimana con un unico risultato: il commissariamento del partito. E’ iniziata così la campagna elettorale del Pd a Pisa a due mesi dalle amministrative del 10 giugno. Dopo settimane di lacerazioni, scontri interni e veti incrociati sui candidati sindaco, il segretario reggente Maurizio Martina e il responsabile Enti Locali Matteo Ricci hanno nominato Matteo Biffoni, renzianissimo sindaco di Prato, commissario del Pd pisano. Il compito di Biffoni è arduo: dovrà sostituire il segretario dimissionario Giovanni Viale e decidere con gli alleati se fare o meno le primarie di coalizione o individuare un candidato unitario che possa mettere d’accordo tutti. Insomma, quello che il Pd locale non è riuscito a fare in mesi di discussioni e scontri interni. Ricci, in un comunicato, scongiura il commissario di fare “tutti i tentativi possibili per arrivare ad una candidatura unitaria”. Anche perché le Comunali di Pisa si inseriscono in un contesto disastroso per il Pd toscano, con la scomparsa delle cosiddette “roccaforti rosse“, passata prima da due sconfitte storiche a Livorno nel 2014 (per mano di Filippo Nogarin, M5s) e poi a Cascina nel 2016 (dove ha vinto Susanna Ceccardi, Lega), entrambe città a pochi chilometri da Pisa. Per non parlare delle Politiche del 4 marzo: il centrodestra, alla Camera, ha vinto in 7 collegi uninominali su 14 e ormai è convinto di poter dire la sua ovunque.

Il Pd di Pisa si spacca a metà
A provocare il commissariamento del Pd di Pisa, dunque, è stata l’assemblea comunale (la terza in una settimana) quando i delegati non sono riusciti nemmeno ad approvare un documento formale come il regolamento delle primarie. Da subito, infatti, si è capito che il voto era diventato un plebiscito sul nome di Andrea Serfogli, assessore al Bilancio della giunta Filippeschi e candidato ufficiale del Pd. Dopo una riunione durata tutta la notte alla fine il partito si è spaccato a metà: in 50 hanno votato contro il regolamento mentre in 49 si sono astenuti (più due contrari) e così non è stato nemmeno raggiunto il quorum per approvare il documento. Ora Biffoni entro questa settimana dovrà decidere se far celebrare i gazebo a fine aprile o trovare un nome unitario che possa far tornare la pace tra il Pd, Mdp e le liste civiche.

E il centrosinistra è a rischio scissione
Sull’idea di celebrare le primarie per scegliere il candidato sindaco – come prevede lo statuto e come sarà fatto in altre città toscane al voto il 10 giugno come Siena e Massa – il centrosinistra pisano è spaccato in due. E così nei pensieri dei vertici del Pd pisano da qualche giorno aleggia il terrore di una “scissione nella scissione” che porterebbe a correre due forze di centrosinistra in contrapposizione e quindi alla sconfitta sicura in città. Da una parte infatti potrebbero coagularsi il Pd della coppia Filippeschi-Serfogli e le liste civiche In Lista per Pisa, Riformisti e Campo Progressista. Dall’altra quella fazione del Pd anti-primarie insieme a Civica Popolare, i socialisti e Mdp dell’ex primo cittadino Paolo Fontanelli che potrebbero appoggiare il ricercatore del Cnr di Pisa, Domenico Laforenza.

Biffoni: “I tempi per un accordo ci sono”
Biffoni, insomma, avrà un compito per niente facile: mediare tra Pd e alleati per tenere in piedi la coalizione. “Io sono solo un agevolatore di una situazione che si è fatta molto complicata – spiega a ilfattoquotidiano.it il commissario – I tempi ci sono per arrivare ad un accordo politico in extremis e in caso contrario applicheremo le regole e faremo le primarie”. Ma non ci sta a chi gli obietta che ormai a Pisa la vittoria del centrosinistra sembra compromessa: “Nessuno di noi ha in mano la bacchetta magica, ma io credo che ci possano essere tutte le condizioni per vincere anche perché in questo momento né il centrodestra né i 5 stelle sono messi tanto meglio”.

Difficoltà anche per centrodestra e M5s
Se nel centrosinistra regna il caos, infatti, nel centrodestra la situazione era molto simile. Ad oggi però, un candidato ufficiale sembra essere stato finalmente trovato: la Lega e Fratelli d’Italia avevano deciso di lanciare il nome del direttore del Consorzio Agrario Michele Conti. Mancava ancora l’ok di Forza Italia che ora sembra aver ceduto: la candidatura sarà ufficializzata venerdì. In realtà, Fi a Pisa stava solo aspettando che si calmassero le acque sul “caso Cascina” dove la sindaca leghista Ceccardi nelle ultime settimane ha deciso di rimuovere l’assessore azzurro Gino Logli che aveva denunciato un presunto abuso edilizio proprio a casa della prima cittadina. Dall’altra parte anche il Movimento 5 Stelle aspetta dai vertici nazionali il disco verde per iniziare la campagna elettorale: al momento i due meet up locali hanno individuato due nomi diversi per Palazzo Gambacorti, ovvero l’avvocato Gabriele Amore e l’ingegnere Giulio Lisanti. Anche qui una quadra non è ancora stata trovata.

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