Ci ripetono con timbro rassicurante che genera mobilità e favorisce chance e viaggi low cost. E in tal guisa occultano le tragedie senza frontiere che genera. Diciamolo apertamente. Non è mondializzazione: è rimozione dei diritti su scala planetaria, mediante le leve del dumping, della delocalizzazione e dell’immigrazione di massa. Non è globalizzazione: è glebalizzazione, ossia produzione seriale di nuovi servi supersfruttati, sottopagati e precarizzati su scala cosmopolitica. È trionfo classista del Signore global-elitario sul Servo nazionale-popolare.

Nella sua essenza, il sempre encomiato mondialismo coincide con la funesta dinamica di riplebeizzazione delle masse un tempo tutelate da diritti conquistati nel quadro degli Stati sovrani nazionali e ora ridefinite come un’immensa servitù della gleba alla mercé del capitale sans frontières. In ciò riposa l’essenza della “glebalizzazione” come fondamento del nuovo feudalesimo finanziario. La globalizzazione del mercato procede di conserva con la glebalizzazione dei lavoratori ridotti a nuove plebi del planetario sistema dei bisogni de-eticizzato, senza confini, senza tutele statali e senza diritti sociali politicamente garantiti: il proletariato rivendicativo, coeso e conflittuale si è dissolto nel precariato dei nuovi servi della glebalizzazione, nella nuova plebe sradicata ed erede del vecchio mobile vulgus, il “volgo mobile” che si aggirava perpetuamente intorno alle proprietà aristocratiche.

Come ho tentato di mostrare in Storia e coscienza del precariato (Bompiani 2018), la flessibilizzazione delle masse oggi in atto sta, in effetti, producendo un’immensa plebe postmoderna e migrante (il Pöbel di hegeliana memoria), composta da centralinisti e ricercatori, operai e badanti, stagisti e braccianti, ossia da figure egualmente sradicate, sideralmente distanti tra loro e, non di meno, unite nell’estorsione di plusvalore, nell’esclusione dalla piena cittadinanza, nell’impossibile stabilizzazione esistenziale eticizzata e nell’erogazione di pluslavoro intermittente e a tempo determinato.

Troppo difficile? Ve lo spiego con un exemplum.

Secondo voi, perché se chiamate un operatore telefonico italiano vi rispondono centralinisti dall’Albania? Concentratevi, rispondete e avrete capito l’essenza della globalizzazione come “glebalizzazione”. E potrete agevolmente ribattere a chi, in buona o cattiva fede, vi fa l’elogio della globalizzazione dell’Erasmus e dei viaggi low cost.

Articolo Precedente

Prendere a pugni un professore è meno faticoso che educare i propri figli

next
Articolo Successivo

Torino, cosa deve fare Appendino per recuperare parco Michelotti? Nulla

next