L’hanno trascinata giù dal treno prendendola per le braccia e le gambe come fosse materia inerte, merce da scaricare, e non una donna incinta. La Francia usa ancora il pugno duro con i migranti al confine con l’Italia. Un video, pubblicato nei giorni scorsi da tre studenti francesi e è stato diffuso dall’associazione Roya Citoyenne e poi ripreso da vari media, mostra una squadra della polizia francese che trascina fuori da un treno una migrante in attesa di un bambino, prendendola per braccia e gambe dopo un controllo tra grida e proteste. La donna, scrive il giornale Nice Matin, viaggiava con la sua famiglia su un convoglio proveniente da Ventimiglia ed è stata costretta a scendere a Mentone.

Nelle immagini girate da Gaspard Flamand, Ulysse Goldman e Philémon Stines una famiglia di migranti di origine africana, composta da una coppia e dai suoi figli, viene intercettata dai gendarmi a bordo di un treno. Si vedono gli agenti usare la forza per tentare di far uscire le persone dal vagone. “Perché mi arrestate? Sono con mia moglie, è incinta”, dice l’uomo. Un agente risponde: “Scendete dal treno”. Il migrante risponde: “Non mi picchiate! Che cosa ho fatto?” e invita i poliziotti a “non toccare” la moglie gravida.

La tensione si alza quando il padre rifiuta di scendere e di fornire i propri documenti. Tre poliziotti tentano di prendere un figlio, ripetendo mentre questo urla: “Dammi tuo figlio“. Il padre continua a resistere e gli agenti reagiscono tentando di trattenerlo, mentre la donna grida. Gli autori del video vengono a loro volta controllati e le immagini si interrompono, per poi riprendere mostrando gli agenti che trasferiscono di peso la donna sulla banchina della stazione. .

Anche i tre giovani reporter sono stati controllati dalla polizia: “Gli agenti sono saliti, hanno individuato le persone nere e le hanno controllate”, hanno raccontato, “senz’alcuna umanità“, “accontentandosi di applicare il protocollo”. Il video, girato a febbraio, era stato poi inviato all’Osservatorio nazionale sulle violenze della polizia. Il 27 marzo è finito su internet, scatenando polemiche e indignazione: su Facebook è stato visto più di 440mila volte ed è stato condiviso più di 9mila volte.

La prefettura del dipartimento Alpes-Maritimes, contattata da Nice-Matin, ha replicato: “Se ci sono delle violenze in questo video, non sono state commesse dalla polizia. E’ la reazione fuori misura dei soggetti fermati che ha costretto le forze dell’ordine a un uso proporzionato della forza. Ma non c’è stata violazione dei diritti delle persone”. La prefettura inoltre, dichiara che, una volta sulla banchina, una delle donne “ha lanciato un bambino sui binari e le forze dell’ordine sono intervenute per recuperarlo”.

E’ l’ultimo di una lunga serie di episodi. Il 31 marzo poliziotti francesi erano entrati in un centro per migranti italiano gestito dall’associazione Rainbow4Africa scortando un profugo, costringendolo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari della ong. Qualche giorno prima una donna nigeriana di 31 anni incinta da poche settimane e affetta da un linfoma era stata respinta alla frontiera di Bardonecchia ed era morta all’ospedale Sant’Anna di Torino dopo il parto cesareo.

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