Il prossimo 7 aprile sarà la Giornata Mondiale della Salute indetta dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Il diritto alla salute è un diritto fondamentale di tutti gli esseri umani, sancito anche nella nostra Costituzione all’art. 32 – “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti” – e, secondo quanto recita il 2° comma dell’art. 3, “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

È la Costituzione che affida a chi ha la responsabilità di governare il dovere di tutelare la salute di chi vive sul nostro territorio. Oggi l’Italia non ha alcun governo in carica, o almeno nel pieno dei propri poteri. Mi pare quindi legittimo rivolgermi a chi ha vinto le ultime elezioni per chiedere loro quali provvedimenti concreti intendano assumere qualora dovessero avere a breve l’opportunità di governare.

Quale sia il pensiero del centrodestra e del Pd abbiamo purtroppo avuto già modo di sperimentarlo sulla nostra pelle. Il M5s si è da sempre rivolto anche al mondo del precariato, dei non garantiti; uno dei diritti che rischia di essere meno garantito oggi è proprio quello alla salute. Quali sono le vostre proposte concrete e da realizzare nell’immediato?

Come eravamo
Il nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) – entrato in vigore con la legge n.833/’78 – è stato a lungo considerato dall’Oms uno dei migliori al mondo. Un servizio sanitario universale, pubblico e finanziato dalla fiscalità generale organizzata in modo progressivo in relazione ai guadagni di ciascuno. La l. 833 fu una conquista di un grande movimento di massa che ebbe tra le sue personalità di maggior spicco il prof. Giulio Alfredo Maccacaro.

Uno studio pubblicato da Lancet nel 2017 fotografava la situazione del 2015: il nostro Ssn pur collocandosi al 12° posto nel mondo, registrava – in pochi anni – una perdita di dieci posizioni nella classifica globale.

Cosa sta accadendo oggi
Oggi è posta in discussione la possibilità stessa di curarsi:

– secondo il Censis in Italia sono 11 milioni le persone che in un anno hanno dovuto rinunciare a curarsi;

– nel 2017 per la prima volta nel nostro Paese vi è stato il numero chiuso per l’accesso al Sofosbuvir, un farmaco necessario per debellare l’Epatite C, una patologia potenzialmente mortale. Ancora oggi sono più di centomila le persone che ne avrebbero bisogno e che non possono accedervi: possono solo aspettare che la malattia si aggravi per aver diritto alla cura;

– i cittadini nell’ultimo anno hanno sborsato dalle loro tasche 37 miliardi di euro per curarsi, pari circa a un quarto della spesa sanitaria nazionale, che negli ultimi anni è stata tagliata di oltre 10 miliardi;

– le liste di attesa crescono ovunque; in Lombardia si aspettano anche 15 mesi per una visita oculistica e un esame ortottico come raccontiamo nel libro Sanità in salute? che raccoglie le testimonianze giunte a 37e2, la trasmissione sulla salute che conduco a Radio Popolare insieme ad Alessandro Braga;

– cresce vertiginosamente la privatizzazione della sanità, mentre gli stessi sindacati hanno sostenuto l’inserimento delle assicurazioni private nei contratti nazionali. Assicurazioni formalmente dichiarate integrative, nei fatti sostitutive e direttamente concorrenziali con il Ssn;

in Lombardia vengono inseriti i “gestori” privati, finanziati con soldi pubblici, per far profitti sulla pelle di 3.350.000 cittadini con malattie croniche. Saranno fondi finanziari con sede negli Emirati Arabi o in qualche isoletta del Pacifico a speculare sulle nostre malattie.

Tutto questo non accade casualmente; chi governa la sanità ha un’evidente complicità con i grandi interessi privati, come dimostrano le numerosissime inchieste giudiziarie. Per spingere le persone verso il privato era necessario screditare il Ssn, rendendolo inefficiente, lento e burocratico; e questo è stato fatto. “Solo i ricchi potranno curarsi”, non è uno slogan ma la realtà che si sta manifestando.

Cosa si potrebbe fare
Di fronte all’attuale situazione sarebbero necessari interventi precisi e decisi quali, solo per fare alcuni esempi:

– rilanciare il Ssn con un finanziamento adeguato che corrisponda a una % del Pil simile a quella dei Paesi dell’Europa occidentale, potenziando in particolare i servizi finalizzati alla prevenzione primaria, oggi ridotti a essere la Cenerentola del Ssn (perché non producono profitti per il privato);

abolire i ticket aumentando la progressività dei contributi fiscali sui redditi alti. La sanità, infatti, la paghiamo già attraverso la fiscalità generale;

– trattare insieme con gli altri Paesi Ue con Big Pharma per ottenere un forte taglio dei costi dei farmaci, anche ricorrendo alla possibilità – prevista dagli accordi commerciali internazionali . di non rispettare i vincoli sui brevetti;

– cancellare la nomina politica dei direttori generali e dei direttori sanitari delle Asl e degli ospedali. Inserire tra i criteri per valutarne la conferma l’abbattimento nelle loro Asl delle liste di attesa;

– autorizzare lo svolgimento dell’intramoenia (le visite a pagamento dentro le strutture pubbliche) solo negli ospedali nei quali le liste di attesa siano sotto i tempi previsti dalla legislazione;

Cosa ne pensate? In attesa di una vostra risposta, buon lavoro.

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